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Trump rally

Non è finito, ma attenzione a quello che si spera


Questa fase di riconciliazione si sta accompagnando a una classica redistribuzione, quella per cui Icahn vende e qualche istituzionale ancora sottopesato compra. Fasi di questo tipo sono di solito laterali per la variabile dominante (in questo caso la borsa) e di ritracciamento per le altre (bond e dollaro).

Nel frattempo, sempre più vicino, avanza il trumpismo reale, che non sarà necessariamente quello immaginato se non altro perché sarà infinitamente più articolato e complesso. Quella che si preannuncia è niente di meno che una rivisitazione generale di tutto il sistema fiscale e di tutto il sistema delle istituzioni multilaterali uscite dalla seconda guerra mondiale. Tutto verrà messo in discussione, ci saranno vincitori e perdenti. La sola istituzione di una border tax (che peraltro non farà che allineare l'America a quello che fanno già tutti mascherandolo da rimborso o esenzione dell'Iva sulle esportazioni) avrà effetti difficili da prevedere non solo sui diversi settori
americani, ma anche sui loro fornitori, compratori o concorrenti del resto del mondo.

Trump non fermerà la sostituzione degli uomini con i robotLe ambizioni della nuova amministrazione e del nuovo Congresso sono enormi, ma è enorme anche la complessità dei problemi e degli interessi toccati. Per quanto si intenda partire con la massima energia è probabile che molte riforme si riveleranno più lunghe e faticose di quanto si possa pensare oggi mentre i loro effetti, più che nel 2017, saranno visibili dall'anno prossimo in avanti.

Il percorso per i mercati, dopo la fase attuale di riconciliazione e distribuzione, sarà probabilmente di nuovo in rialzo per le borse non appena si vedranno i primi decreti (già dal 23 gennaio) e i primi abbozzi concreti delle riforme. Da lì in avanti vedremo i mercati ruotare e frantumarsi. Non sarà più ciclici verso difensivi ma molto più complicato. In pratica ogni società quotata farà storia a sé in funzione, ad esempio, della sua aliquota fiscale di partenza, della sua esposizione verso l'estero, dei suoi piani di rimpatrio dei capitali e di reinvestimento. Ci sarà da studiare giorno e notte tanto quanto si è potuto sonnecchiare in questi ultimi anni sotto il pilota automatico delle banche centrali.
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