Facebook Pixel
Milano 9:45
33.925,01 -0,05%
Nasdaq 18-mar
17.985,01 0,00%
Dow Jones 18-mar
38.790,43 +0,20%
Londra 9:45
7.723,79 +0,02%
17.962,1 +0,16%

Il riflusso

L’interessante vicenda del peso messicano

Nei sei mesi che hanno preceduto le elezioni americane il cambio tra peso e dollaro ha oscillato intorno a 19. Durante la notte elettorale,
scommettendo su una vittoria della Clinton data per sicura, molti operatori hanno chiuso le loro posizioni al ribasso sul Messico e hanno quindi ricomprato pesos, spingendone la quotazione a 18.50. Possiamo quindi supporre che, con la Clinton presidente, il peso avrebbe trovato il suo cambio di equilibrio intorno a quel livello.

Come sappiamo le cose sono andate diversamente dal previsto. È stato eletto Trump e per il Messico è stato come se fosse arrivato un uragano. Il peso è crollato e, a metà gennaio, occorrevano ormai 22 pesos per comprare un dollaro. A parte qualche coraggioso controcorrente, quasi tutti gli esperti raccomandavano in quel momento di stare lontani dal Messico e dalla sua valuta. Su quel povero paese, si pensava, stavano per abbattersi dazi doganali del 35 per cento. Milioni di messicani emigrati clandestinamente negli Stati Uniti, si diceva ancora, stavano per essere espulsi, deportati sotto il Rio Grande e murati vivi insieme ai loro connazionali dopo essere stati utilizzati come schiavi per costruire il grande e bellissimo muro di cui Trump aveva parlato in ogni comizio della sua campagna per un anno intero.

A quanto quota oggi il peso messicano? A 18.65. Siamo ormai vicinissimi al livello toccato nella notte elettorale e il peso è addirittura più forte rispetto alla media dei sei mesi che hanno preceduto le elezioni.

(Nella foto: Il Rio Grande vicino alla foce)
Altri Top Mind
```