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Domande scomode

Obiezioni alla narrazione dominante


Sulla qualità della riforma peserà lo scambio politico su FBI e inchiesta sulla Russia, due questioni che compattano i democratici e dividono ulteriormente i repubblicani. Per approvare il successore di Comey senza prolungare l'ostruzionismo oltre l'autunno e alleggerire l'atmosfera da Watergate che si respira oggi a Washington i democratici chiederanno infatti concessioni sul fisco.

La seconda domanda scomoda riguarda la Fed. Se la crescita del 2017 sarà di quello stesso 2 per cento che vediamo dal 2011, perché mai dovremmo accettare di buon grado i quattro rialzi che la Fed ha in programma per quest'anno (per non parlare degli altri tre-quattro in cantiere per il 2018) quando negli anni scorsi la sola ipotesi di un unico rialzo era vista come un rischio grave per economia e borsa? Non stiamo già vedendo le conseguenze di questa nuova politica nell'auto e nella casa, due settori molto sensibili al livello dei tassi?

Thomas Kuhn. La scienza procede per paradigmiPer il momento la risposta del mercato è quella classica della prima fase di un ciclo restrittivo. Se la Fed alza i tassi, si dice, vuole dire che l'economia va bene. Per adesso è una risposta sensata, ma non bisogna dimenticare che la Fed alza i tassi anche per poterli abbassare alla prossima recessione. Per farlo è costretta anche lei a indossare gli occhiali rosa e a dire che tutto va bene. È il contrario di quello che diceva un anno fa, quando trovava sempre un problema per potere rinviare il rialzo dei tassi. Curiosamente, la crescita era allora la stessa di oggi.

La terza domanda scomoda riguarda le materie prime. Se la ripresa globale è forte come si dice, perché l'indice delle materie prime si trova oggi sotto il livello dell'8 novembre, il giorno dell'elezione di Trump?

Qui la risposta degli ottimisti appare convincente. Non è la domanda a essere più bassa del previsto, bensì l'offerta a essere ben più ampia. Nel petrolio, ad esempio, il ritorno alla produzione in America è più grande dei tagli di Opec e Russia. Detto questo, il ribasso degli ultimi due mesi delle materie prime è amplificato dallo smantellamento delle posizioni speculative al rialzo costruite durante il Trump rally. Ora il mercato è pulito e può lentamente rimettersi in piedi.
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