Sul mercato del lavoro
il Beige Book, redatto dalle Fed regionali, è un coro di lamentele per la difficoltà per le imprese di trovare personale adeguato. Questa difficoltà non riguarda solo le posizioni elevate di Silicon Valley, ma anche il negozietto di mamma e papà che cerca un commesso. In queste circostanze dare per morta la curva di Phillips ed escludere che si possa risvegliare all'improvviso è come minimo imprudente. Il negozietto non può usare un drone per fare le consegne e il giorno in cui troverà un commesso che non si presenti al colloquio di lavoro in bermuda e canottiera (è un caso citato nelle survey) lo dovrà per forza pagare di più.
I mercati si aspettavano una Fed ammorbidita dagli ultimi dati sull'inflazione e hanno invece trovato
una Fed che non ha cambiato una virgola nella sua strategia. La reazione di delusione è naturale ma rientrerà presto. Quello su cui bisogna però iniziare a meditare seriamente è che nell'atteggiamento delle banche centrali non c'è solo il gradatim che piace ai mercati, ma anche il ferociter che piace molto meno e che quindi si tende a rimuovere nelle analisi e nelle strategie.
Tradotto in pratica questo non significa che è arrivato il momento di vendere tutto. Significa però che, gradatim ma ferociter, nei prossimi mesi e trimestri
si dovrà migliorare la qualità dei crediti in portafoglio o almeno ridurre la duration di quelli di più bassa qualità (è nel mondo dei crediti, più ancora che sull'azionario, che si annidano le aree di maggiore sopravvalutazione). Sull'azionario, in vista di una maggiore volatilità estiva e autunnale, bisognerà approfittare delle punte per alleggerire i settori che hanno corso di più negli ultimi tre mesi. Quanto alle valute, il decollo dell'euro è rinviato, non cancellato.
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