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L’Unione economica e monetaria davanti ad un bivio

C'è aria di cambiamento a livello europeo

C'è aria di cambiamento a livello europeo. Si è aperto il negoziato Brexit ad un anno dal referendum e, contrariamente alle aspettative, Theresa May, dopo avere indetto elezioni anticipate nella speranza di potere trattare da una posizione di maggiore forza, ha perso la maggioranza e stenta a formarne una nuova. Si è votato in Francia con un sistema maggioritario a doppio turno e Macron ha ottenuto un successo straordinario infliggendo una sconfitta sonora al Partito socialista. Ma questo fatto passa in seconda linea rispetto alla sconfitta della signora Le Pen che entra in Parlamento con appena otto deputati senza poter formare un autonomo gruppo parlamentare. Si è votato in altri paesi come Olanda e Bulgaria e anche lì hanno vinto i filoeuropeisti mentre i partiti anti-europeisti hanno performato ben al di sotto delle aspettative.

A settembre si voterà in Germania e a ottobre in Austria. Anche per questo motivo ho detto e ribadito che il 2017 è un anno perso per le decisioni veramente importanti a livello centrale. Ci sono state manifestazioni di intenzioni molto importanti da parte del Presidente francese e anche da parte della Cancelliera Angela Merkel ma tra il dire ed il fare bisognerà attendere la formazione del governo tedesco prima che si arrivi a qualche decisione importante. Nel frattempo, purtroppo, le richieste italiane di aiuto concreto nel ricollocamento dei migranti che sbarcano nei nostri porti sono state respinte dal Presidente francese.

Anche per questo motivo la Commissione europea ha già pubblicato tre importanti documenti di riflessione: uno sullo sviluppo del c.d. Pilastro sociale e un secondo sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria ed un terzo sull'attribuzione di nuove entrate tributarie proprie all'Unione in aggiunta a quelle già esistenti. È significativo il fatto che questi documenti escano come documenti di riflessione proprio perché la Commissione non ha voluto “interferire” con le dette manifestazioni di intenzioni e buona volontà dei Paesi membri sotto elezioni.

In questa nota faccio una prima analisi del secondo documento sul futuro dell'Unione economica e monetaria a dieci anni dallo scoppio della crisi mondiale. Si tratta di un documento di 40 pagine molto snello che tocca tutti o quasi i problemi che affliggono il funzionamento dell'Unione economica e monetaria quali la mancata convergenza, l'euro, lo stato di avanzamento dell'Unione Bancaria, il mancato coordinamento e/o appropriata articolazione delle politiche economiche e finanziarie dei paesi membri, nonostante il c.d. Semestre europeo, il progetto di un efficiente mercato dei capitali, la creazione di obbligazioni “sicure” come quelle del Tesoro USA, il progetto di definire una base imponibile armonizzata ai fini dell'imposta sulle società, ecc.
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