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Il punto sulle commodities 23 maggio 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Seconda settimana di rally per il greggio, che chiude in rialzo del 3,3% a 47,75 dollari al barile, ancora sulla scommessa di un congelamento della produzione OPEC, mentre si avvicina il vertice del 2 giugno a Vienna. I dati sulle scorte questa settimana hanno evidenziato un aumento a sorpresa, ma non hanno condizionato il greggio.

Il gas naturale chiude l’ottava in calo dell’1,6% a 2,062 dollari, risentendo di un mercato in forte surplus. Questa settimana gli stoccaggi sono aumentati ancora, riportando un incremento di 73 Billion Cubic Feet, più o meno in linea con le attese, e questo ha fatto scivolare il prezzo del gas.

Il grano ha chiuso l’ottava in rialzo dello 0,59% a 467,75 cent per bushel, anche se ha subito pressioni nel corso della settimana dall’apprezzamento del dollaro, che scoraggia l’export. A pesare contribuisce anche un mercato in sovrapproduzione.

L’oro scivola dell’1,6% a 1.252,9 dollari l’oncia, continuando a scontare la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed a giugno, dopo che le Minutes hanno confermato la volontà di ritirare gli stimoli monetari. Questo ha provocato un apprezzamento del biglietto verde e contemporaneamente una caduta del prezzo del metallo prezioso.

Altra settimana negativa per il rame, che cede lo 0,8% a 2,06 dollari la libbra sui minimi da 3 mesi, continuando a scontare i segnali di crisi dell’economia cinese: le vendite al dettaglio, la produzione industriale e il dato sugli investimenti hanno deluso le attese, confermando una fase di rallentamento.
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