Seconda settimana di rally per il
greggio, che chiude in rialzo del 3,3% a 47,75 dollari al barile, ancora sulla scommessa di un congelamento della produzione
OPEC, mentre si avvicina il vertice del 2 giugno a Vienna. I dati sulle scorte questa settimana hanno evidenziato un aumento a sorpresa, ma non hanno condizionato il greggio.
Il
gas naturale chiude l’ottava in calo dell’1,6% a 2,062 dollari, risentendo di un mercato in forte surplus. Questa settimana gli stoccaggi sono aumentati ancora, riportando un incremento di 73 Billion Cubic Feet, più o meno in linea con le attese, e questo ha fatto scivolare il
prezzo del gas.
Il
grano ha chiuso l’ottava in rialzo dello 0,59% a 467,75 cent per bushel, anche se ha subito pressioni nel corso della settimana dall’apprezzamento del dollaro, che scoraggia l’export. A pesare contribuisce anche un mercato in
sovrapproduzione.
L’
oro scivola dell’1,6% a 1.252,9 dollari l’oncia, continuando a scontare la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed a giugno, dopo che le Minutes hanno confermato la volontà di ritirare gli stimoli monetari. Questo ha provocato un apprezzamento del
biglietto verde e contemporaneamente una caduta del prezzo del metallo prezioso.
Altra settimana negativa per il
rame, che cede lo 0,8% a 2,06 dollari la libbra sui minimi da 3 mesi, continuando a scontare i segnali di crisi dell’economia cinese: le vendite al dettaglio, la
produzione industriale e il dato sugli investimenti hanno deluso le attese, confermando una fase di rallentamento.