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Il punto sulle commodities 20 giugno 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio ha chiuso la settimana in calo del 2,22% a 47,98 dollari, ma in recupero dai minimi delle ultime due settimane. A pesare sul greggio sono stati i timori delle ripercussioni di una Brexit sull'economia mondiale, ma il sostegno offerto dalle banche centrali ha favorito un piccolo recupero grazie al deprezzamento del dollaro. Un altro elemento negativo è stato l’aumento dell’attività estrattiva, che preannuncia un’impennata delle scorte.

Il gas è stato penalizzato dai dati negativi sulle scorte, cresciute più delle attese di 69 BCF, rispetto ai 64 del consensus. Poi, è scattato un recupero sull'onda delle previsioni meteo che preannunciano alte temperature e un’impennata dei consumi per il condizionamento. Il gas ha chiuso così in rialzo del 2,6% a 2,623 dollari.

Il grano ha chiuso in calo del 2,78% a 481,25 cent per bushel, condizionato ancora da un raccolto record. Tuttavia, l’arrivo del caldo e della siccità ha favorito un piccolo rally nell'ultima seduta ed un piccolo recupero dai minimi raggiunti nel corso della settimana.

L’oro ha continuato a galoppare, chiudendo l’ottava in vantaggio dell’1,5% a 1.292,5 dollari l’oncia, grazie alla debolezza del dollaro e dall'ennesimo rinvio di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed. Dietro questa decisione c’è il timore di una Brexit e dei suoi impatti sull'economia mondiale, che ha messo in allerta anche la BCE e le altre banche centrali dei Paesi sviluppati.

Il rame ha chiuso la settimana in rialzo di quasi l’1% a 2,05 dollari la libbra, favorito da un aumento della domanda del settore industriale e da un dollaro debole, dopo la decisione della Fed di rinviare ancora un possibile aumento dei tassi d’interesse.
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