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Il punto sulle commodities 5 settembre 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Settimana drammatica per il petrolio, che ha chiuso in pesante ribasso del 6,72% a 44,44 dollari. A pesare contribuisce ancora l’eccesso di offerta, nonostante i commenti favorevoli ad un congelamento della produzione giunti dalla Russia. Pressioni esercitate anche dall'attesa di un rialzo dei tassi della Fed a settembre dopo i dati del mercato del lavoro.

Chiude in calo anche il il gas naturale, che cede il 2,75% a 2,792 dollari, a causa di realizzi e dei dati settimanali sugli stoccaggi. I dati settimanali dell’EIA hanno evidenziato un aumento di 51 BCF superiore ai 43 attesi dal mercato.

L’ottava si rivela negativa anche per il grano, che ha chiuso in calo del 2,67% a 373,25 cent per bushel, toccando nuovi minimi da cinque anni a questa parte. Il grano si è così allineato alla tendenza ribassista del mercato agricolo, in assenza di novità ed a causa delle posizioni corte degli investitori professionali.

Nulla di fatto questa settimana per l’oro, che segna un modestissimo incremento dello 0,13% a 1.322,2 dollari l’oncia, restando in stand by, in attesa di capire meglio come si muoverà la Fed a settembre. I dati sul mercato del lavoro USA sembrano presagire un “quasi certo” aumento dei tassi d’interesse, ma il mercato scommette su una politica di ritiro degli stimoli molto lenta e graduale.

Prezzi stagnanti per il rame, che lima lo 0,34% a 2,07 dollari la libbra, nonostante il tentativo di recupero di venerdì, sulla scia del Job Report americano. Occhio sulle politiche delle banche centrali, a partire dal meeting della BCE la settimana entrante.
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