Altra settimana in rally per il
petrolio, che continua a beneficiare dell'accordo informale raggiunto in seno all'OPEC per razionalizzare la produzione e dell'attesa di un altro meeting con i membri non
OPEC, come la Russia. Ciò ha neutralizzato sia l'apprezzamento del biglietto verde, che i dati non propriamente positivi sulla produzione
USA, che ha registrato un aumento nell'ultima settimana.
Quotazioni in forte rialzo per il
gas naturale, che chiude in rialzo del 9,88% a 3,1930 dollari, in scia al rally del greggio. Il gas ha beneficiato delle favorevoli condizioni meteo, che hanno annullato i deludenti dati sugli
stoccaggi. Questi hanno evidenziato un aumento superiore al previsto di 80 BCF contro i 69 attesi.
Il
grano chiude un'ottava negativa, cedendo l'1,8% a 394,75 cent per bushel, ancora sulla scia dei livelli record delle scorte USA indicati dall'USDA, che questa settimana pubblicherà anche il report sul
mercato globale. A pesare ha contribuito anche la stagnazione della domanda "spot" nel corso della settimana.
Ottava drammatica per l'
oro che chiude in calo del 4,9% a 1.248,9 dollari l'oncia, a causa del progressivo apprezzamento del dollaro, sull'attesa di un imminente rialzo dei tassi da parte della
Fed. I dati sul mercato del lavoro (Job Report) sono risultati deludenti, ma vari membri del FOMC sembrano convergere sulla necessità di alzare i
tassi prima della fine dell'anno.
Prezzi in calo per il
rame, che cede il 2,13% a 2,16 dollari la libbra, in risposta al taglio delle stime di crescita mondiale operato dal Fondo Monetario Internazionale, che preannuncia un
rallentamento dell'attività. Un effetto negativo è derivato anche dalle operazioni di arbitraggio innescate dall'apprezzamento del
biglietto verde, in vista di un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre.