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Il punto sulle commodities 7 novembre 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Quotazioni del petrolio a picco questa settimana, a causa delle incertezze provocate dall'esito sempre più incerto delle elezioni USA e per effetto dello scetticismo circa la possibilità di un taglio concordato della produzione OPEC al prossimo vertice di fine novembre. Le quotazioni del greggio sono crollate del 9,51% a 44,07 dollari, reagendo negativamente anche ai brutti dati delle scorte ed ai deludenti dati sul mercato del lavoro americano, che condizioneranno le scelte della Fed.

Il gas naturale ha fatto anche peggio, chiudendo l'ottava con un ribasso del 10,89% a 2,767 dollari per MM BTU, dopo i pessimi dati sugli stoccaggi. Questi hanno registrato nell'ultima settimana una crescita degli stoccaggi di 54 BCF, appena sotto i 57 BCF attesi, ma restano pesantemente superiori alla media degli ultimi cinque anni ed in forte aumento rispetto ai livelli record dello scorso anno.

Settimana all'insegna del recupero per il grano, che chiude in vantaggio dell'1,41% a 414,25 cent per bushel, a causa di acquisti cautelativi da parte dei fondi, in vista delle elezioni USA e della pubblicazione la settimana ventura del report mensile dell'USDA. Le attese sono per un piccolo aumento delle stime sugli stock di fine stagione.

L'oro chiude in forte rialzo la settimana che precede le elezioni Presidenziali USA, il cui esito è sempre più incerto. Il metallo prezioso grazie alla sua natura di bene rifugio avanza del 2,17% a 1.304,5 dollari l'oncia, reagendo anche alle decisioni prese dalla Fed. La banca centrale USA, come ampiamente atteso, ha lasciato i tassi di interesse fermi, promettendo un aumento a dicembre, ma dipenderà anche dall'esito elettorale.

Prezzi ancora in forte rialzo per il rame, che guadagna il 3,26% a 2,27 dollari la libbra, sugli acquisti degli hedge fund motivati dall'attesa di una riduzione del surplus del mercato. Le indicazioni meno pessimiste fornite dal colosso Antofagasta e l'attesa di una riduzione dell'offerta del Cile segnalano per quest'anno un mercato meno sbilanciato a favore dell'offerta.
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