Settimana sostanzialmente invariata per l'
euro che scambia a 1,0618 dollari. Un sostegno alla moneta unica è giunto dall'ufficializzazione della
candidatura di Francois Fillon per la corsa all'Eliseo contro la rivale Marine Le Pen vista come una minaccia “disgregante” per la valuta di
Eurolandia. Sullo sfondo resta il nervosismo per il referendum costituzionale italiano di domenica e per le elezioni del nuovo cancelliere tedesco a ottobre 2017.
Il
dollaro questa settimana ha guadagnato terreno nei confronti dello
yen sostenuto dall'idea che il ciclo delle strette sui tassi da parte della Fed potrebbe procedere più velocemente del previsto in risposta a eventuali misure di politica economica aggressive da parte dell'amministrazione
Trump. Il biglietto verde scambia a 114,47 yen e, al di là di qualche correzione di natura tecnica, l'impostazione resta al rialzo.
La
sterlina questa settimana è tornata a soffrire il mal di Brexit, specie dopo le parole di Mario Draghi. Il Presidente della BCE, parlando alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, ha avvertito che l'uscita del Regno Unito dall'UE, impatterà negativamente l'economia della
Gran Bretagna. La valuta già messa sotto pressione dal diktat di Berlino ha perso ancora terreno sul dollaro a 1,2670 dollari.
Settimana proficua per l'
euro nei confronti della
divisa nipponica. Le quotazioni hanno compiuto un balzo in avanti oltrepassando quota 121, a 121,54 yen. A fare da assist alla moneta unica è stato soprattutto il dato sull'inflazione. I prezzi continuano a crescere in Eurozona, complice la politica accomodante della
BCE, che sta gradualmente riportando i prezzi su un sentiero di crescita in linea con il target.