Il
petrolio chiude la settimana
in ribasso del 1,2% a 53,33 dollari al barile. A penalizzare il greggio ha contribuito la preoccupazione per un aumento della produzione Shale in USA dopo il report di Baker Hughes che ha rilevato un aumento di 7 pozzi attivi. Ciò ha neutralizzato anche la speranza di un impatto positivo della riduzione dell'output Opec.
Ottava positiva per il
gas naturale che
guadagna il 7,61% a 2,827 dollari per milioni di BTU. Questo prodotto energetico riesce così a contenere l'impatto negativo derivante dal
report dell'EIA sugli stoccaggi, che ha evidenziato un aumento a sorpresa per questo periodo dell'anno rispetto ad un'attesa di un lieve calo delle scorte.
Settimana positiva per il
grano che chiude
in rialzo dello 0,58% a 433 cent per bushel. A sostenere le quotazioni ha contribuito la debolezza del
dollaro e l'andamento discreto dell'export a dispetto del rialzo delle stime di produzione in Unione Europea.
L’
oro chiude una settimana negativa registrando un
ribasso del 2,42% a 1226,5 dollari l'oncia. Il metallo prezioso ha risentito dell'aspettativa di un
imminente rialzo dei tassi USA nella riunione del FOMC che si terrà a marzo. Un ritocco all'insù appare ormai largamente scontato dal mercato e sta penalizzando l'oro.
Il
rame chiude l'ottava in modesto rialzo registrando un
guadagno dello 0,26% a 2,69 dollari la libbra. Il metallo rosso viene ancora sostenuto dai problemi produttivi di alcune importanti miniere ma il mercato ha fatto prevalere la catena in attesa di capire come evolverà la situazione economica in Cina e Stati Uniti ad una settimana da alcuni dati macro chiave in USA.