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Il punto sulle commodities 20 marzo 2017

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio chiude una settimana moderatamente positiva, con un incremento dello 0,6% a 48,78 dollari al barile dopo una serie di settimane pesantemente negative. A penalizzare il greggio contribuisce ancora l'aumento del numero dei pozzi attivi in USA, il nono consecutivo, a conferma dell'aumento della produzione da Shale Oil. A controbilanciare l'effetto il calo a sorpresa delle scorte annunciato dall'EIA, che ha fatto risalire le quotazioni del greggio.

Ottava negativa invece per il gas naturale che cede l'1,99% a 2,948 dollari per milione di BTU, nonostante la tempesta di neve Stella che ha investito gli USA, facendo impennare i consumi per il riscaldamento. A pesare hanno contribuito i dati settimanali sugli stoccaggi, che sono scesi meno del previsto.

Settimana in rally per il grano, che chiude gli scambi in rialzo del 3,19% a 436,25 cent per bushel. A sostenere il frumento hanno contribuito alcune ricoperture, dopo la performance negativa dell'ultimo periodo, e l'effetto positivo sull'export di granaglie indotto dal dollaro debole, dopo la conferma di una politica tendenzialmente accomodante da parte della Fed.

Ottava in rally per l'oro, che riporta un guadagno del 2,4% a 1230,2 dollari l'oncia, dopo le riunioni della Fed e della Bank of Japan, che hanno confermato una importazione di politica monetaria accomodante. In particolare, la banca centrale USA ha fatto deprezzare il dollaro, con effetti positivi sull'oro, confermando una impostazione ancora "da colomba" della politica monetaria, pur in presenza di un rialzo dei tassi di un quarto di punto in una banda dello 0,75-1%.

Il rame chiude un settimana molto positiva, con un netto incremento del 3,6% a 2,68 dollari la libbra. A sostenere il metallo rosso ha contribuito la debolezza del dollaro dopo la riunione della Fed, che ha innescato un rally per tutti i mercati delle commodities.
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