Altra settimana drammatica per il
petrolio, che ha chiuso venerdì a 44,74 dollari al barile, in ribasso del 2,38%. A penalizzare il greggio concorrono ancora l'eccesso produttivo da
Shale Oil dopo che il report di Baker Hughes ha segnalato un nuovo amento dei sei pozzi attivi, il ventunesimo consecutivo. Si tratta di un novo
record della serie storica e sta più compensando l'estensione dei tagli OPEC.
Il
gas naturale invece chiude la settimana in un piano di sostanziale parità (-0,07%) a 3,037 dollari per milione di BTU. Il prodotto energetico ha bilanciato l'effetto positivo dei dati sugli
storage con quello negativo derivante dalle previsioni di temperature miti in USA che riducono le prospettive di
domanda per il condizionamento.
Altra settimana in rally per il
grano, che ha chiuso in rialzo del 4,37% a 465,25 cent per bushel, scommettendo sui danni derivanti dalla gravissima siccità che sta investendo tutti gli Stati Uniti,
Canada ed Europa.
Settimana debole per l'
oro, che ha ceduto lo 0,29 a 1.427 dollari l'oncia, rispendendo all'apprezzamento del dollaro, dopo la decisione scontata della Fed. La banca centrale
USA ha aumentato il costo del denaro di un quarto di punto all'1-1,25%.
Il
rame chiude la settimana in forte calo, lasciando sul terreno il 3,23% a 2,66 dollari la libbra. Il metallo rosso è stato penalizzato da pesanti realizzi nonostante persistano
problematiche relative a un blocco produttivo presso alcune grandi miniere in Indonesia.