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Il punto sulle commodities 4 luglio 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Settimana in rally per il petrolio, che ha messo in scena un forte recupero, dopo aver toccato i minimi degli ultimi 10 mesi, sui primi segnali di un ridimensionamento della produzione USA. Il greggio ha registrato un forte incremento del 7% chiudendo venerdì scorso a 46,04 dollari al barile, dopo che il report dell’EIA ha segnalato un ridimensionamento produttivo ed il sondaggio settimanale di Baker Hughes ha rilevato un calo di 2 pozzi attivi, il primo dopo tre settimane di aumenti.

Anche il gas naturale ha chiuso la settimana in deciso rialzo, riportando un incremento de 3,62% a 3,035 dollari per milione di BTU. Il prodotto energetico ha beneficiato di qualche ricopertura, dopo aver toccato i minimi degli ultimi tre mesi, e del report settimanale dell’EIA che ha indicato un aumento degli stoccaggi di 46 BCF, inferiore alle previsioni del mercato.

Spicca il volo il grano, che ha chiuso l’ottava in rialzo dell’11,15% a 511 cent per bushel, portandosi per la prima volta oltre la soglia critica di 5 dollari. A sostenere i prezzi ha contribuito l’ingresso sul mercato dei fondi speculativi con posizioni in acquisto, che ha amplificato i volumi e consolidato il rally scattato di recente grazie alla siccità.

L’oro è finito sotto pressione la scorsa settimana, chiudendo la prima settimana negativa dal mese di marzo, con un ribasso dell’1,11% a 1.242,3 dollari l’oncia. Il metallo prezioso si è mosso in questa direzione in vista di un progressivo, seppur lento, aggiustamento dei tassi verso l’alto, ormai pressoché scontato dal mercato. I rendimenti dei bond, infatti, sono saliti e ciò ha ridotto l’appeal dell’oro che non offre alcun rendimento ed anzi rappresenta un costo in fasi di rendimenti crescenti degli altri asset.

Il rame ha chiuso un’altra settimana molto positiva, mettendo a segno un progresso del 2,86% a 2,70 dollari la libbra, ai massimi degli ultimi quattro mesi. Il metallo rosso incorpora una prospettiva di consumi crescenti, stando ai segnali di accelerazione arrivati dall'economia cinese ed al miglioramento complessivo registrato dall'economia mondiale.
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