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Armi americane o soldi cinesi?

Si combatte con le armi ma si vince con i soldi.


Tutto ricorda il terrorismo ideologico degli anni settanta in Europa, quella sorta di nemico interno ispirato alle teorie rivoluzionarie comuniste, che indusse i governi europei a contrastarlo appoggiando la politica estera americana di serrato confronto contro il pericolo rappresentato per l’Occidente dalla Unione Sovietiva e dal suo espansionismo politico e militare in giro per il mondo, visto che finanziava i movimenti di liberazione dal capitalismo. Fu solo agli inizi degli anni ottanta, infatti, che l’Europa si decise a consentire lo schieramento dei missili Pershing e Cruise, che bilanciavano la minaccia degli SS20 sovietici, smettendo di coltivare la speranza che fossero invece le aperture politiche ai partiti comunisti occidentali, da legittimare progressivamente come forze di governo, a stemperare il conflitto con la Russia. In realtà furono i partiti comunisti occidentali a smarcarsi un po’ alla volta dalla guida dell’URSS, anche per via delle rivolte che avevano punteggiato la Storia: dalla rivolta dell'Unghera del '56, a quella cecoslocacca del '68, sino alle lotte operaie in Polonia, un decennio più tardi. Fu così che l’URSS implose, completamente isolata politicamente.

Il nuovo nemico, rappresentato dal radicalismo islamico, rappresenterebbe un ulteriore collante nella Nato, vista la minaccia che in modo sempre più pericoloso si presenta ai confini dell’Europa, nuovamente in armi.

Entrambi i candidati alla Presidenza americana hanno come obiettivo la riduzione del potenziale politico e finanziario cinese: Hillary Clinton con una politica soft, di isolamento attraverso il TPP (Trans Pacific Partenership) che esclude la Cina; in modo molto più deciso Donald Trump, che vuole ridiscutere gli accordi commerciali internazionali, visto che le imprese americane quando vogliono operare in Cina trovano molti più ostacoli di quanti non ne trovino le merci cinesi esportate negli Usa.

In fondo, la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale trova due attori principali, gli Usa e la Cina. Mentre i primi cercano di arginare la seconda usando la complessità dello scacchiere mediorientale, intervenendo militarmente in tutte le aree di instabilità, la seconda utilizza i capitali guadagnati vendendo all’Occidente per stringere rapporti in Africa ed in tutto l’Heartland asiatico. E’ una sfida molto incerta, che solo la strategia di Trump potrebbe cambiare in modo risolutivo: togliere risorse economiche alla Cina, per evitare che si compri il mondo con i nostri soldi.

Le guerre si combattono con le armi ma si vincono con i soldi.





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