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#Coronavirus e #Sovranismi

Reazioni violente e colpevoli silenzi


Pechino ha a che fare con un conflitto interno e con due avversari esterni: da una parte c'è una opposizione che non tollera il ruolo politico ed istituzionale "a vita" che sta caratterizzando la Presidenza di Xi, dall'altra, ci sono i dazi imposti dal Presidente Donald Trump e soprattutto i malumori delle multinazionali americane che ne sono penalizzate fino al punto di dover pianificare una nuova localizzazione della produzione in altri Paesi dell'Indocina, se non un reshoring negli Usa.

Se il Presidente Xi non avesse lanciato una sfida politica così violenta alla egemonia americana, e si fosse accontentata di continuare ad essere la fabbrica del mondo, non ci sarebbe stata la reazione a sua volta sovranista di Trump, che inneggia all'America First, con i dazi che danneggiano anche le multinazionali americane.

Le conseguenze in Cina dell'epidemia di coronavirus, per via del crollo della produzione e della minore crescita, si assommerebbero alle difficoltà causate dai dazi americani: potrebbero essere dirompenti per il governo, accusato di incapacità, di trascuratezza e di ritardo nell'intervenire tempestivamente per bloccare il contagio. Ecco, quindi, la ragione per cui il Presidente Xi è intervenuto con una durezza incredibile: sigillando una intera regione, bloccandone completamente la produzione e mettendo in quarantena dentro casa decine di milioni di persone.

Anche in Iran c'è un sovranismo che aleggia, tutto particolare. Nessuno può dimenticare che c'è un assetto costituzionale e politico in cui il potere religioso sovrasta ogni altro. E che il mercato, inteso all'Occidentale, è soggetto a mille condizionamenti: tutto passa per la intermediazione esclusiva da parte di un ceto dirigente che difende la Rivoluzione islamista, invulnerabile. Una intermediazione che, si dice, arriva fino al taglieggiamento. Sebbene la diffusione del coronavirus sia elevatissima, avendo contagiato anche alcuni vertici istituzionali, tutto tace: non è un paradosso, perché l'Iran sovranista è già messo sotto assedio dall'esterno, dal Mercato, con le sanzioni economiche e finanziarie volute dagli Usa, alle quali anche gli Europei si sono dovuti attenere per evitare di subirne a loro volta.

L'Italia, a modo suo, è un altro laboratorio del sovranismo: a fine maggio dell'anno scorso, la clamorosa vittoria della Lega alle elezioni europee ha scatenato reazioni internazionali pesanti all'interno della Unione Europea. Occorre costruirle intorno un cordone sanitario, sì proprio così, per evitare che il "virus sovranista" dilaghi e metta in crisi le istituzioni europee.
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