Poi siamo entrati nell'euro, nel 2001, perdendo la leva del cambio:
per vendere di più all'estero, dobbiamo abbassare i salari. E così facendo distruggiamo la domanda interna e la crescita economica: una follia. Come se non bastasse, gli alti tassi di interesse pagati sul debito pubblico si sono trasferiti alle imprese, penalizzando gli investimenti e riducendo la dinamica della produttività, un'altra distorsione che ci ha penalizzato ulteriormente.
Non parliamo del
Fiscal Compact e del bilancio in pareggio strutturale, votati di corsa nel luglio del 2012 sotto la pressione dei mercati. E' un'
altra idiozia perché per arrivare al pareggio strutturale, visto che il carico degli interessi è gonfiato dai tassi elevati che paghiamo sul debito, bisogna portare il saldo primario a livelli talmente alti da strozzare l'economia.
Ora sarebbe arrivato il
turno del MES-sanitario, che sarebbe addirittura il toccasana.
I tontoloni tacciono il fatto che l'
Italia ha già finanziato tutti i programmi di sostegno europei,
dall'EFSM al MES, e che ha già
versato a quest'ultimo ben 14 miliardi di quota capitale, essendosi
impegnata a versarne fino ad un totale di 125 miliardi di euro.
Considerando anche i prestiti bilaterali alla Grecia,
abbiamo già messo mani al portafoglio per oltre 40 miliardi di euro: denari su cui paghiamo già fior di interessi.
Ed
ora ci dovremmo indebitare nuovamente, stavolta con il MES, per avere a prestito una somma inferiore a quella che abbiamo già versato complessivamente.
Non solo paghiamo già fior interessi sul debito che abbiamo contratto per finanziare le istituzioni europee di salvataggio, ma
dovremmo pagare altri interessi sui nuovi debiti contratti per il MES-sanitario. Gli strozzini, beati loro, festeggiano!
Dovremmo chiedere, invece, la
restituzione di quanto abbiamo già versato.
Scontro finale, tra fautori e detrattori del ricorso al MES.
MES-sanitario, i tontoloni e gli strozzini.
(Foto: © Michael Novelo / 123RF)
"