La
rapidità con cui la Cina si è affermata sui mercati nello scorso ventennio può essere paragonata a quella della Germania tra il 1870 e la fine del secolo. La Germania non solo approfittò della vittoria riportata nei confronti della Francia e della pingue risorsa di capitale che ricevette come compenso per i danni di guerra che aveva subito, ma procedette alla creazione di un sistema di imprese di grandi dimensioni, protette da un sistema di dazi: sviluppò una enorme capacità industriale partendo praticamente da zero, importando le tecnologie avanzate solo nella misura in cui era necessario per incorporarle e migliorarle.
I
giacimenti carboniferi collinari, risorse disponibili a cielo aperto e non da scavare nelle viscere della terra, rappresentò per la Germania un vantaggio competitivo enorme rispetto all'Inghilterra in termini di minori costi di produzione. Un sistema bancario orientato al sostegno delle imprese, mediante la partecipazione al capitale necessario agli investimenti ed il finanziamento degli acquisti da parte dei terzi importatori di merci tedesche, fece ribaltare sui mercati internazionali il peso commerciale della Germania rispetto a quello che aveva avuto l'Inghilterra in tutto il periodo della prima rivoluzione industriale, e dunque fino al 1870 che rappresenta simbolicamente l'anno di svolta.
Si può dunque paragonare il rapporto instauratosi in questi ultimi venti anni tra la Cina e gli Stati Uniti alla crescita registrata a fine Ottocento dalla Germania, che si espanse soprattutto in Italia oltre che nell'Est europeo, rispetto al declino industriale dell'Inghilterra imperiale. Londra si rinserrò nel controllo economico dell'India e nel segmento dei servizi finanziari, laddove la City rappresentava la piazza di riferimento anche rispetto al fabbisogno di credito degli Usa.
Il
disavanzo commerciale inglese e la sterlina di quel tempo sono assimilabili al disavanzo commerciale ed al dollaro di oggi: è Wall Street che assorbe capitali da tutto il mondo, che finanziano i disavanzi statunitensi e che muovono vorticosamente i corsi azionari delle aziende di tutto il mondo che lì si quotano, anche se come mercato secondario.
L'
espansionismo tedesco a danno dell'Inghilterra, quando il primo decise di sfidarne la flotta da guerra che dominava i mari, ebbe un esito nefasto. Ecco quale è il punto di crisi tra Cina ed Usa a cui dobbiamo guardare.
La Cina attuale non ha nulla che la accomuni all'Occidente nato con le Rivoluzioni borghesi, da quella inglese di fine Seicento a quella americana ed a quella francese di fine Settecento. I principi di libertà politica e la garanzia della proprietà privata che le caratterizzarono erano il portato del prevalere della classe borghese. Così come in Europa si abbatteva il dominio della nobiltà feudale, in America si schiantava il dominio coloniale dell'Inghilterra. Non è un caso, poi, che l'Impero prussiano, nonostante le sconfitte e le scorrerie subite al tempo di Napoleone, non subì nessuna conseguenza della ventata eversiva della Rivoluzione francese.
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