Si ricorre alle scorciatoie mediatiche, una frattura tutta inventata: il nemico da combattere non è più il virus, ma sono coloro che mostrano insofferenza verso le misure di distanziamento sociale, bollati come negazionisti. Ma sono stati davvero in pochi a manifestare, a Roma, e colpevolizzarli non basta a farne un nemico pericoloso. Intanto ci sono le
scadenze elettorali, ormai non più rinviabili: nessuno può valutare gli effetti che avrà sul consenso politico il malessere generale.
Si continuano a riempire le pagine dei giornali con le solite manfrine, dall'attraversamento dello Stretto di Messina alla Rete di telecomunicazioni a banda ultralarga.
Nel frattempo, ci sono quelli che fanno i conti: dalle imprese piccole e grandi, agli artigiani, ai commercianti, ai professionisti, mentre i lavoratori dipendenti temono licenziamenti e chiusure. Gli impiegati pubblici sanno di essere ancora una volta nell'occhio del ciclone, i privilegiati da colpire.
Si rischia una mattanza, di tutti contro tutti.
Una nuova ondata di fallimenti e di disoccupati sarà ingestibile, non solo in Italia: chi ha cavalcato l'onda della crisi sanitaria, poi economica e sociale, ne sarà travolto.
Troppe incognite sociali sulla gestione di una "crisi senza fine"Dirompenti Incertezze(Foto: © Brian Jackson/123RF)
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