Facebook Pixel
Milano 17:35
33.922,16 +0,12%
Nasdaq 19:10
17.148,78 -1,41%
Dow Jones 19:10
38.007,06 +0,61%
Londra 17:35
7.895,85 +0,24%
Francoforte 17:35
17.737,36 -0,56%

C'era una volta l'America

I conti in rosso a mezzo secolo dalla fine di Bretton Woods


Nell'anno fiscale 2019 il costo degli interessi sul debito federale è arrivato a 574 miliardi di dollari. Se non fosse per la Fed, che compra titoli del Tesoro per immettere liquidità sul mercato, e che ne incassa gli interessi riversandoli tutti al bilancio federale, si arriverebbe ad un ammontare non lontano dal disavanzo commerciale con l'estero.

Anche in questo caso le tendenze al passivo sembrano irrefrenabili: nel 2019, il saldo negativo verso la Cina ha raggiunto la stratosferica somma di 345 miliardi di dollari. Il rosso complessivo verso l'estero per merci e servizi è arrivato a 617 miliardi di dollari.

Sono tutte cifre da capogiro.

Fa impressione dunque, rivedere oggi, a distanza ormai di mezzo secolo, il discorso televisivo con cui Richard Nixon, allora Presidente degli Stati Uniti, dichiarò il 15 agosto del 1971 il recesso unilaterale dagli Accordi di Bretton Woods: da quel momento in poi l'America non avrebbe più girato oro in cambio dei dollari accumulati dalle altre banche centrali a fronte di un saldo commerciale attivo.

Fino ad allora, in base ai saldi commerciali di fine d'anno, gli Usa avevano regolarmente cambiato la intestazione delle placchette che nelle corsie di Fort Knox indicavano di chi fosse la proprietà dei lingotti d'oro ivi depositati fiduciariamente: da anni, si allungavano le corsie con i nomi dei nuovi proprietari: "Italia", "Francia", "Germania" e "Giappone", al posto di "Usa". Il saldo commerciale americano andava in rosso, e di oro da dare a cambio dei dollari di carta accumulati dalle altre Banche centrali ne era rimasto poco. Soprattutto, dopo che il Presidente francese, il generale Charles de Gaulle, aveva inviato una squadra navale a New York per imbarcare l'oro di sua spettanza: non si fidava più, ed aveva ragione.

Ma la parte più incredibile di quel discorso di Nixon, ai giorni nostri, riguarda le ripetute speculazioni subite dal dollaro, che ne minavano il valore. Con queste manovre si cercava di abbattere il valore del dollaro rispetto alle altre valute: era un modo banditesco per ottenere più oro in cambio, visto che il rapporto era fisso, a 35 dollari per oncia di oro fino.
Condividi
"
Altri Editoriali
```