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C'era una volta l'America

I conti in rosso a mezzo secolo dalla fine di Bretton Woods


Dichiarando unilateralmente la fine della convertibilità aurea del dollaro, Nixon maturava la vendetta americana: da allora gli Usa hanno beneficiato di un privilegio esorbitante: da mezzo secolo è l'unico Paese al mondo che può pagare le proprie importazioni con una moneta che rappresenta la misura stessa del valore delle merci. Non solo si paga tutto in dollari, nel commercio internazionale, ma visto che il dollaro è la principale moneta di riserva, a nessuno conviene che si svaluti.

Solo l'America può decidere autonomamente il valore del dollaro, sia immettendo liquidità sul mercato che rifluisce verso altre piazze la cui valuta si rivaluta, oppure manovrando i tassi di interesse.

Finora, il dollaro è stato Signore e Padrone.

Ma è l'economia interna americana che non regge più: inizialmente ha ridotto la base produttiva manifatturiera che è stata delocalizzata prima in Messico ai tempi di Reagan, negli anni 80, e poi in Cina dopo l'ingresso sostenuto da Clinton nel 2000. Contemporaneamente, ha puntato sulla New Economy che arricchisce smisuratamente pochi, mentre i servizi hanno portato alla esplosione dei lavori precari e mal pagati, senza prospettive di carriere.

I McJob sono da decenni il paradigma della società americana che sopravvive con i crediti al consumo, con le carte revolving, con i sussidi federali che si moltiplicano ad ogni crisi.

E' evaporata la classe media, e con essa il sogno americano.

Che venga rieletto Donald Trump, o che entri alla Casa Bianca lo sfidante democratico, l'ex-Vicepresidente Joe Biden, cambia poco: per gli Usa è arrivato davvero il momento di fare i conti con la Storia.

I conti in rosso a mezzo secolo dalla fine di Bretton Woods

C'era una volta l'America
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