Facebook Pixel
Milano 16:37
33.928 -1,00%
Nasdaq 16:37
17.265,79 -1,49%
Dow Jones 16:37
37.818,89 -1,67%
Londra 16:37
8.061,5 +0,26%
Francoforte 16:36
17.880,15 -1,15%

Le Banche Europee? Troppo lente

Congelano la liquidità ricevuta dalla BCE e finanziano con esasperante lentezza le imprese


Come se non bastasse, anche le Pubbliche Amministrazioni dei Paesi dell'Eurozona si fanno la loro scorta di liquidità: in pratica, non spendono tutto il denaro che incassano emettendo titoli Stato sul mercato. Mentre nel periodo gennaio-maggio questa scorta era stata di 321,5 miliardi, nel periodo giugno-luglio è arrivata a 671,2 miliardi.

Le banche tengono il denaro fermo, anche quello che prendono a prestito dalla BCE: sono prudenti. Devono tutelare i depositi dei risparmiatori, devono mettere fieno in cascina per fronteggiare le conseguenze delle insolvenze delle famiglie e delle imprese, devono essere prudenti perché ci sono in arrivo nuove grane, con gli NPL (Non performing Loan) e gli UTP (Unlikely to Pay). Il terrore che hanno le banche è di essere investite da una nuova ondata di perdite, che arriverebbero a 1.300 miliardi in tutta Europa.

Ma, tenendo il piede premuto sul freno, le banche fanno peggio: non solo rendono vana la politica monetaria e l'immissione di liquidità, ma scaricano sulle finanze pubbliche tutto il peso della ripresa.

La gestione delle banche italiane è davvero incresciosa:
  • in appena un anno, tra settembre 2019 e settembre scorso, la raccolta complessiva è aumentata di 110 miliardi di euro (da 1.799 a 1.909 miliardi), proseguendo l'andamento registrato in precedenza. In due anni, infatti, fra settembre 2018 e settembre scorso, la raccolta complessiva è aumentata di 175 miliardi di euro, pari al 10% del PIL annuo (passando da 1.734 a 1.909 miliardi);
  • mentre si risparmia di più, per ragioni precauzionali, il finanziamento bancario dell'economia si riduce: il totale degli impieghi bancari al settore privato dell'economia (famiglie ed imprese non finanziarie) è infatti diminuito di 34 miliardi tra settembre 2018 e settembre 2019 (passando da 1.323 a 1.280 miliardi), una somma pari a circa tre punti di PIL. A febbraio scorso è stato raggiunto il livello più basso, con 1.266 miliardi, per risalire a settembre a 1.317 miliardi (+51 miliardi). Con questa somma si riporta il credito ancora al di sotto del livello del novembre 2018, quando era stato di 1.329 miliardi.
Condividi
"
Altri Editoriali
```