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NGUE: Investire e Produrre, non Comprare

Il rischio, per l'Italia, è di acquistare prodotti e servizi dalle imprese straniere, rimanendo una colonia tecnologica


E' così per i tanti giovani scienziati italiani, formatisi nelle nostre università, che poi sono costretti ad emigrare. Sprechiamo risorse finanziarie e talenti umani, lasciando arricchire i nostri competitor.

Il motivo è sempre lo stesso: in Europa, da decenni, evitiamo di investire in progetti a lungo termine: vendiamo subito alla spicciolata ciò che abbiamo realizzato, rinunciando ai profitti che richiedono immobilizzazioni consistenti e soprattutto apparati capaci di coprire fabbisogni globali.
Le poche multinazionali europee che ancora sopravvivono sono quelle che abbiamo ereditato dai primi del Novecento, quelle che operano in settori maturi come la meccanica automobilistica o l'estrazione del petrolio.

Nei settori delle telecomunicazioni, delle tecnologie informatiche e delle piattaforme digitali su cui si appoggiano i nuovi modelli di business come l'e-commerce o gli stessi browser del web, per non parlare dei colossi del rating, siamo assenti.

Il Mercatilismo ha dominato l'Europa, a partire dalla Riunificazione tedesca: siamo un Continente che cerca di vendere all'estero, ottimizzando la qualità di prodotti maturi soprattutto nella manifattura, facendo profitti riducendo i salari. All'interno, siamo diventati un po' tutti subfornitori dell'industria tedesca, che esporta nel resto del mondo e fa i margini migliori.
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