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In Europa tutti Verdi, ma da soli ed al verde

L'accelerazione europea ci metterà tutti contro: Paesi produttori di petrolio e gas, USA e Cina


Ed infatti, la Commissione europea ipotizza un "border adjustment", una sorta di dazio che sarebbe fatto pagare alle merci importate in Europa e prodotte con l'utilizzo di fonti fossili. E’ facile solo a dirsi: ci troveremmo contro anche gli USA e la Cina, dopo aver averlo fatto con i Paesi produttori di petrolio e di gas, visto che penalizziamo questi consumi disincentivandoli fino a bandirli completamente.
La scelta europea è una scommessa: se non riesce a riequilibrare i prezzi delle merci importate, le sue industrie falliranno.
Cingolani ha avvertito tutti dei rischi che si corrono, affermando che se: "scegliamo l'ambizione, la transizione non è un pranzo di gala". In altre occasioni, Cingolani avrebbe usato parole assai più preoccupate: "La transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue". Infatti, "Per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo".

Sulla stessa linea si è espresso anche il Ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, secondo cui: "La svolta Green dell'Ue è troppo rapida. Frenare il piano verde o sarà crisi".

La questione è assai delicata, visto che il PNRR che è stato varato dall'Italia ha seguito per filo e per segno i parametri di spesa e gli obiettivi indicati dalla Commissione europea.

Ora si tratta di capire non solo se l'accelerazione del Piano al 2030/2035 verrà accettata dal Parlamento europeo, ma quale sarà la posizione dei Verdi tedeschi, visto non solo che ci sono le elezioni politiche a settembre prossimo, ma che già in passato i Verdi hanno condizionato pesantemente le scelte della Germania in materia energetica, spingendo per la chiusura anticipata delle centrali nucleari a per l'utilizzo del gas che proviene dalla Russia. Il North Stream sta per essere raddoppiato, proprio mentre si decide di fare a meno delle fonti energetiche di origine fossile: è un problema in più, per la Germania. Dopo le piogge disastrose della scorsa settimana, che hanno provocato allagamenti con centinaia di morti e migliaia di dispersi, la cui violenza è stata attribuita alle variazioni climatiche, anche la CDU della Cancelliera Angela Merkel, che non si ricandida, non potrà che sostenere una rapida transizione ecologica.
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