La
transizione ambientale comporta massicci investimenti per produrre energia verde: servono nuove tecnologie e nuovi prodotti che non utilizzino fonti energetiche fossili. Se le auto saranno tutte completamente elettriche, anche le industrie dovranno usare energia pulita, anche le acciaierie, i cementifici e le fabbriche di fertilizzanti.
Per sostenere questi investimenti, tutto costerà enormemente di più: dalle auto elettriche all'acciaio prodotto con elettricità da fonti green, dai viaggi in treno a quelli in nave. Ecco da dove verrà l'inflazione.
E siccome
i salari rimarranno fermi, visto che le imprese saranno alle prese con gli investimenti necessari per adeguare gli impianti al fine di ridurre le emissioni di CO2, non ci sarà alcun aumento della produzione: si rimarrà ai livelli produttivi precedenti, ma a costi enormemente più alti anche per le imprese. E le imprese, naturalmente, non potranno fare altro che scaricare i maggiori costi sui prezzi delle merci: ecco come si avviterà il ciclo perverso tra stagnazione della produzione e prezzi in aumento.
Anche
gli Stati ci metteranno il loro carico fiscale, aumentando le accise sui combustibili fossili per renderli meno convenienti rispetto ai prezzi notevolmente più alti delle nuove fonti di energia: anche qui, sarà un meccanismo infernale. L'uso di una automobile tradizionale deve essere tartassato, aumentando notevolmente le imposte sul combustibile diesel e sulla benzina, per rendere artificiosamente più conveniente l'auto elettrica il cui uso sarà ovviamente assai più costoso rispetto ai livelli attuali.
La produzione dovrà rispettare una serie di vincoli di sostenibilità ed i prezzi si impenneranno: l'economia non crescerà in termini reali, anche perché quote crescenti dei redditi dei consumatori saranno assorbite dalle
tasse ambientali, che verranno aumentate per sollecitare la transizione.
Questa è la baraonda che ci attende.
Fosche previsioni, dopo il rimbalzoStagflazione, l'ultima imboscata
(Foto: © rummess | 123RF)
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