Poco male, si dirà, visto che servono aggregazioni, per avere gruppi bancari di ampie dimensioni eppur capaci di forti legami col territorio. D'altra parte,
sia Intesa che Unicredit sono nati così, con aggregazioni successive.
Il fatto è che ci si trova di fronte ad un panorama bancario italiano assai più ampio da consolidare: da una parte c'è Car
ige, la famosissima Cassa di Risparmio di Genova, in cui è entrato come socio il
Fondo Interbancario tutela depositi (Fitd) e che ha dato incarico a Deutsche Bank di trovare un compratore per la sua quota. Dall'altra parte della Penisola c'è la
Popolare di Bari, in cui è entrato come partner il
Mediocredito Centrale, con l'ambizione di farne una grande banca nel Sud dell'Italia.
Carige, MPS e Popolare di Bari-Mediocredito Centrale potrebbero dunque ben integrarsi, costituendosi in gruppo, mettendo a fattor comune una serie di infrastrutture tecniche e di gestione. Mettere insieme interessi così diversi è sempre difficile, ma quando l'alternativa è quella di sparire, l'accordo si può trovare soprattutto perché le aree di riferimento e di espansione non si sovrappongono e perché i rispettivi modelli di credito potrebbero ulteriormente specializzarsi.
Questa soluzione potrebbe
beneficiare della dote fiscale messa a disposizione dallo Stato per agevolare le fusioni bancarie: invece di cucinare uno spezzatino a Siena si darebbe vita ad un terzo polo bancario.
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