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Piano per l'Europa in 10 punti. Scontro fra Renzi e i "falchi" tedeschi

Economia, Politica
Piano per l'Europa in 10 punti. Scontro fra Renzi e i "falchi" tedeschi
(Teleborsa) - Prende il via formalmente il semestre di presidenza italiana in Europa, con un discorso "oltre le righe" del Premier Matteo Renzi, che ha suscitato consensi, testimoniati dagli applausi che lo hanno interrotto per sette volte, ma anche numerose polemiche, in primis da parte dei "falchi" del PPE.



Contrariamente a quel che si era preannunciato, Renzi non ha voluto seguire un copione scritto, ma ha scelto di esporre a braccio il suo "credo" sul futuro dell'UE. Il piano per il semestre italiano è stato affidato ad un documento distribuito all'Europarlamenti, che espone in 10 punti le priorità: dalla crescita, all'occupazione, passando per tasse, immigrazione, ambiente e così via.

Il tema di fondo però resta quello del cambiamento: più crescita e meno rigore. A questo proposito, Renzi ha assicurato che l'Italia non cerca "scorciatoie", ma solo di rivedere il binomio stabilità-crescita, oggi troppo sbilanciato verso la prima.

Renzi come sempre non ha usato mezzi termini, quasi a voler rottamare anche l'Europa, cui ha dichiarato: "Avete una grande responsabilità: riportare fiducia nelle istituzioni". Ed ancora: "Se oggi facessimo un selfie che immagine verrebbe fuori? L'Europa mostrerebbe il volto della stanchezza, della rassegnazione, della noia".

Fra le citazioni di maggior impatto psicologico quella della "generazione Telemaco". Renzi, attingendo ad un passo dell'Odissea, ha assimilato l'Europa ad uno "stanco Anchise", mentre la generazione degli adulti di oggi deve riscoprirsi Telemaco e meritarsi l'eredità dell'Europa.

Fra i momenti clou della giornata c'è anche la dichiarazione del capogruppo del Partito Popolare Europeo (PPE), il tedesco Manfred Weber, che idealmente rappresenta i "falchi" tedeschi e la politica del rigore imposta da Berlino a Bruxelles. Weber, non dissimulando un certo scetticismo nei confronti di Matteo Renzi, ha affermato che bisogna continuare con la linea del rigore perché "i debiti non creano futuro, lo distruggono".

Questa affermazione, però, non ha tacitato il Premier italiano, che non ha tardato a replicare, affermando: "Non accettiamo lezioni di morale da nessuno: è vero che l'Italia ha un debito molto alto, ma è anche vero che ha una ricchezza privata quattro volte superiore". Poi, Renzi ha dato una nuova stoccata alla Germania, ricordando che nel 2003 le fu "concessa non la flessibilità, ma la possibilità di violare i limiti, cosa che ha consentito alla Germania di crescere".

Botta e risposta anche con l'euroscettico britannico Farage, alleato con il Movimento 5 Stelle. "Si possono voltare le spalle all'inno, ma non ai problemi reali", ha detto Renzi, alludendo al comportamento in aula del leader dell'Ukip, il quale ha contrattaccato dando sette meno in pagella al discorso di Renzi ed affermando che il suo piano manca di contenuti economici e di "sostanza".
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