(Teleborsa) - Peggiora l'outlook per la Zona Euro, che crescerà meno del previsto nel 2014. A confermarlo è il
Fondo Monetario Internazionale, che nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio indica una
stima di PIL all'1,1% contro l'1,2% segnalato in precedenza. Per il prossimo anno, però, indica una crescita dell'1,5%, che salirà all'1,7% nel 2016 per riassestarsi all'1,6% nel 2019.
La revisione al ribasso della crescita era
ampiamente attesa, anche alla luce di una serie di dati macroeconomici più deboli del previsto, incluso
quello di stamattina sulla produzione industriale. A conferma che il taglio era atteso anche un report della banca d'affari britannica
Barclays, che ha tagliato la stima di crescita del PIL dell'Eurozona del secondo trimestre alo 0,2% dallo 0,4%, presumendo una contrazione della produzione pari allo 0,3% dopo il +0,2% del primi tre mesi dell'anno.
Nel rapporto, l'FMI ha anche indicato una
aumento dei rischi di deflazione, ipotizzando una frenata dell'inflazione allo 0,7% dallo 0,9% precedente.
Quanto al
mercato del lavoro, si attende una piccola riduzione del tasso di disoccupazione all'11,7% quest'anno dal 12% del 2013, mentre vede un calo all'11,4% l'anno prossimo ed una più evidente frenata al 9,4% solo nel 2019.
Il
debito pubblico dell'Area Euro dovrebbe continuare a salite nel 2014, attestandosi al 95,9%, per scendere l'anno prossimo al 94,9% e raggiungere l'86,3% nel 2019. Il
deficit, che era sceso al 3% lo scorso anno, dovrebbe portarsi al 2,7% nel 2014 ed al 2,1% nel 2015 per scovolare sino allo 0,4% nel 2019.