Facebook Pixel
Milano 22-apr
33.724,82 0,00%
Nasdaq 22-apr
17.210,88 +1,02%
Dow Jones 22-apr
38.239,98 +0,67%
Londra 22-apr
8.023,87 0,00%
Francoforte 22-apr
17.860,8 0,00%

La governance migliora in Italia. Ancora carente nel confronto internazionale

Economia
La governance migliora in Italia. Ancora carente nel confronto internazionale
(Teleborsa) - L'Italia ha fatto grandi salti avanti sul tema della Governace societaria, grazie anche ad una serie di interventi di carattere normativo come il Codice di Autodisciplina e la Riforma delle Banche Popolari. Restano tuttavia delle peculiarità tipicamente italiane, che potrebbero rappresentare anche delle criticità se paragonate al quadro internazionale.

E' quanto rivela il Board Index 2015, pubblicazione di Spencer Stuart che analizza le caratteristiche dei Consigli di Amministrazione delle maggiori società quotate italiane, nata nel 1996 e giunta ormai alla sua ventesima edizione. Il rapporto analizza le prime 100 società italiane per capitalizzazione, incluse le 38 società comprese nell'indice FTSE MIB.

Il Presidente del CdA in Italia riveste un ruolo esecutivo nel 59% dei casi, contrariamente alle best practices internazionali ed alle recenti disposizioni di Banca d’Italia, che auspicherebbero un Presidente con un ruolo “super partes” rispetto a tutti gli stakeholder dunque con un ruolo “non esecutivo”.

Il peso del compenso fisso continua ad essere elevato (ben oltre il 50% della retribuzione complessiva), togliendo quindi spazio allo stretto collegamento che dovrebbe esistere fra la performance dell’azienda ed il compenso di chi la guida. In realtà, l'analisi sottolinea che, nelle Banche, la nuova regolamentazione derivante dalle direttive europee e finalizzata ad evitare l’assunzione di rischi eccessivi, sta dispiegando i suoi effetti, in termini soprattutto di differimento del pagamento degli incentivi fino alla verifica della effettiva realizzazione degli utili aziendali.

Guardando al confronto internazionale che quest’anno oltre ai principali Paesi europei e agli Stati Uniti, include la Russia, la Turchia e i Paesi Nordici, emergono alcuni fattori di interesse e spunti di riflessione: il numero d Consiglieri indipendenti è notevolmente inferiore alla metà, mentre negli altri Paesi rappresenta oltre la metà dei componenti; l'Italia è anche il Paese del panel con il più basso numero di stranieri presenti nei Consigli (7,7%); l'Italia è al top per numero medio di incarichi per singolo consigliere con una media di 3,5 incarichi; quasi inesistenti i limiti di età (in Italia vengono applicati da sole 4 società su 100) ed i piani di successione (il 60% delle società non lo ha previsto); è ancora carente la presenza femminile nei Consigli, sebbene sia passata dal 5% nel 2010 al 22% nel 2014 per effetto della normativa sulle quote rosa.
Condividi
```