(Teleborsa) -
Nei prossimi 15 anni in Liguria, in termini di sola occupazione diretta,
potrebbero nascere oltre 4.500 nuovi posti di lavoro dalla transizione verso un modello green e low carbon dell’economia; tale sviluppo r
ichiederebbe investimenti medi annui pari a 391 milioni di euro.
È quanto emerge dallo studio, presentato oggi a Roma, dal titolo "
Liguria, proposte per un modello di sviluppo nearly zero emissions", che il
WWF ha commissionato all’
ENEA per approfondire le possibilità di una transizione verso un modello basato su tecnologie e sistemi in grado di ridurre le emissioni di gas serra e, di conseguenza, l’impatto dei cambiamenti climatici - come indicato dal recente
accordo di Parigi (COP21) e dagli impegni europei - ma anche di promuovere l’efficienza energetica, favorire lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo e incrementare i livelli occupazionali, seguendo i principi di un'economia circolare.
Secondo lo studio, l’insieme delle proposte consentirebbe alla Liguria di ridurre di circa 6 milioni di tonnellate annue le emissioni di CO2, di fatto dimezzando le emissioni pro-capite, portandole cioè a circa 3,6 tonnellate di anidride carbonica equivalente (tCO2eq), rispetto alla media nazionale attuale che è di circa 7,1 tCO2eq.
“Non si tratta di un piano energetico regionale, ma dell’analisi di alcune opzioni che possono essere sviluppate e percorse da subito e avere piena attuazione nel corso di qualche decennio – sottolinea
Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’
ENEA. "Questo studio dimostra in modo chiaro e inequivocabile – ha dichiarato
Donatella Bianchi, Presidente del
WWF Italia – come già oggi esistano una serie di soluzioni concrete e cantierabili che consentirebbero ad una Regione come la Liguria (ma il discorso potrebbe tranquillamente essere esteso all’intero Paese) di fare rotta verso un’economia a bassissime emissioni.
Nel campo delle fonti rinnovabili elettriche e termiche,
lo studio prevede che si possano creare mediamente 2.076 nuovi posti di lavoro, di cui 737 nelle rinnovabili elettriche e 1.339 nelle rinnovabili termiche.
Un altro settore dalle grandi potenzialità è quello della
riqualificazione del parco edilizio:
con un investimento medio annuo di circa 209 milioni di euro si creerebbero 2.186 nuovi posti di lavoro e gli interventi realizzati su oltre 10 mila appartamenti permetterebbero di ridurre i consumi del 60% rispetto agli attuali livelli.
Sull’arco temporale di 15 anni il risparmio energetico sarebbe di 71mila tonnellate di petrolio equivalente (tep), pari a una riduzione di circa il 15% dei consumi termici residenziali.
Complessivamente, nel settore delle fonti rinnovabili e della riqualificazione energetica degli edifici si potrebbero creare, come valore medio nei 15 anni, 4.262 nuovi posti di lavoro, che salgono agli oltre 4.500 totali includendo il settore dell’accumulo elettrico.