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Imprese, i fallimenti tornano ai livelli pre-crisi

Nel primo semestre le procedure presentano cali a due cifre rispetto al 2016, per tutti i settori e le aree regionali

Economia
Imprese, i fallimenti tornano ai livelli pre-crisi
(Teleborsa) - Il miglioramento dell'economia italiana passa anche per la caduta del numero dei fallimenti. Nei primi sei mesi del 2017, sono 36,5 mila le imprese che hanno avviato una procedura di default o chiusura volontaria: complessivamente si tratta di una diminuzione del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che coinvolge tutti i settori e le aree geografiche.

In particolare, le aziende che hanno avviato una procedura fallimentare sono circa 6.300, -15,6% rispetto al 2016. Il trend positivo in atto da sette trimestri, rilevato dall’Osservatorio Cerved, ha riportato i fallimenti ad un livello in linea con quelli osservati nel periodo 2001-2006.

Considerando le diverse forme giuridiche di impresa, sono le società di persone a guidare il trend (-21,4%), seguite dalle società di capitale (-15,9%) e da società organizzate in altre forme giuridiche (-8,9%). A livello settoriale, l’industria emerge come il settore più solido (882 fallimenti, -22% vs 2016), con i fallimenti ben al di sotto dei livelli pre-crisi. I servizi sono invece il settore dove si concentra il maggior numero di procedure fallimentari (3.422) sebbene, con un -12,9% nel semestre, si avvicinino ai livelli pre-crisi.

Il calo dei default ha accelerato in tutta la Penisola, con maggiore evidenza nel Nord Est che si conferma come l'area più resiliente (-19,8%). Cali a due cifre si registrano anche nelle altre aree: -15,6% nel Sud e nelle Isole, -14,8% nel Nord Ovest e -13,3% nel Centro. Scendendo nel dettaglio dei dati regionali, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata sono le uniche regioni che non registrano un miglioramento, mentre i cali maggiori si osservano in Trentino (-32%) e Friuli (-29%).

Si conferma la riduzione anche delle procedure concorsuali non fallimentari: ne sono state aperte 822 nei primi sei mesi dell’anno, pari a circa il 16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2016. La riduzione è guidata dal forte calo fatto segnare dai concordati preventivi (-31,7%) che su un orizzonte di lungo periodo si configura come un vero crollo: -70% rispetto al picco massimo, registrato nel 2013.

Infine, dopo la breve inversione di tendenza dello scorso anno, le liquidazioni volontarie sono tornate a calare: si stima che siano 29 mila le società liquidate, in calo del 2,5% rispetto all’anno precedente. Con questa riduzione le chiusure volontarie d’impresa toccano il livello del 2008.
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