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Banca Etruria, la Procura di Arezzo indaga anche sulle falle nella vigilanza

Finanza
Banca Etruria, la Procura di Arezzo indaga anche sulle falle nella vigilanza
(Teleborsa) - L'ultimo filone d'inchiesta sul fallimento di Banca Etruria potrebbe essere il più "esplosivo" e chiamare in causa Bankitalia per questioni relative alla vigilanza.



E' quanto scrive il quotidiano La Repubblica, citando il carteggio acquisito dalla Procura di Arezzo fra gli ex vertici e i due organismi di vigilanza, per indagare sulla questione del collocamento dei 130 milioni di obbligazioni subordinate super rischiose, piazzate nel 2013 presso il pubblico.

A quanto pare, dai documenti acquisiti dagli avvocati difensori degli ex consiglieri, potrebbero esserci state lacune nella vigilanza. Relativamente alla posizione di Bankitalia, i documenti confermerebbero che fu proprio l'Istituto di via Nazionale a spingere la banca alla ricapitalizzazione e che, nel 2013, quando le obbligazioni subordinate furono collocate, erano in corso ispezioni degli uomini di Bankitalia per indagare sul dissesto finanziario.

Sempre i documenti acquisiti dai legali di ex sindaci ed amministratori, relativi al ricorso depositato alla Corte di Appello di Firenze contro le sanzioni Consob, suggerirebbero che gli stessi ispettori di Bankitalia nel 2013 avevano visionato documentazione di Etruria in cui si specificava che le subordinate erano dichiarate a rischio medio e non alto come consigliava lo stato di crisi della banca.

Benché Consob e Bankitalia si siano difese a più riprese, negando qualsiasi comportamento omissivo, secondo il quotidiano questi fatti contrastanti sembrerebbero suggerire una diversa trama della vicenda.

Frattanto, sono stati riunificati dal giudice dell'udienza preliminare di Arezzo tre filoni d'inchiesta sulla bancarotta di banca Etruria, a carico degli ex vertici dell'Istituto, dei componenti il collegio sindacale e del comitato crediti. In tutto una ventina di imputati che potrebbero dover risarcire alla nuova banca circa 400 milioni di euro, secondo quanto richiesto dal commissario liquidatore Giuseppe Santoni.
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