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Ilva, riparte la trattativa. Fissato incontro al 31 ottobre

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda ha convocato AM Investco Italy e i sindacati al MISE

Economia
Ilva, riparte la trattativa. Fissato incontro al 31 ottobre
(Teleborsa) - Riparte la trattativa per l'Ilva. Dopo l'arresto dei negoziati dello scorso 9 ottobre il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda ha convocato AM Investco Italy e i sindacati di categoria per lunedì prossimo 31 ottobre, alle ore 11:00.

Il tavolo di confronto si terrà al Ministero dello Sviluppo Economico. In focus i circa 4mila esuberi previsti dal piano di risanamento che nelle scorse settimane ha fatto scattare lo sciopero dei lavoratori dell'acciaieria. Il tavolo era stato interrotto dallo stesso ministro il quale aveva definito "inaccettabile" la proposta dell'azienda su salario e inquadramento.

Intanto, è scontro tra Governo e il Comune di Taranto. L'amministrazione ha dato mandato ai propri uffici legali per impugnare nella sede competente il DPCM dello scorso settembre. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che prevede l'Approvazione delle modifiche al Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per l'Autorizzazione integrata AIA. Ovvero il nuovo piano ambientale per l'Ilva che sarà completato, al termine dell’azione commissariale, dal nuovo acquirente del gruppo.

Pronta la risposta dell' Esecutivo che si dice stupito dalla decisione.

In una nota congiunta, i ministri dell'Ambiente Gian Luca Galletti e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda fanno sapere:

"Stupisce la decisione del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci di impugnare un decreto che rende ancora più solido e rigoroso il piano ambientale per l'Ilva di Taranto. Nel DPCM - proseguono i ministri - ci sono tempi certi per tutte le bonifiche, anche anticipati rispetto al previsto per la copertura dei parchi minerali, per un investimento complessivo sull'intero piano ambientale da parte del nuovo gestore di oltre un miliardo di euro e sulle coperture dei parchi di circa 400 milioni di euro. Non si comprende dunque a chi giovi una presa di posizione del genere: non certo a Taranto e ai suoi abitanti".




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