(Teleborsa) -
Il 90% dei driver aziendali che ha già "Guidato il Cambiamento", ovvero cui è stato assegnato dai fleet manager un veicolo "green" propriamente detto (auto GPL, elettrica, ibrida od a metano)
al posto di uno tradizionale, non ha segnalato rilievi di sorta. E due guidatori su tre si sono dichiarati "pienamente soddisfatti". Lo dice un'indagine condotta dal CVO - Corporate Vehicle Observatory (www.cvo-italia.it) e da Econometrica, che ha coinvolto oltre 200 fleet manager dislocati sull'intero territorio nazionale, presentata a Bologna nell'ambito della Fleet Manager Academy 2017.
Un dato ancor più significativo se pensiamo che "In termini di volumi, è ancora marginale il contributo delle vetture
"ecosostenibili" alle flotte aziendali: si passa dall'1,3% delle vetture GPL ed elettriche al 2,6% delle ibride, fino al 5% delle vetture a metano. Peraltro, solo in un'azienda italiana su tre sono già oggi presenti in parco dei mezzi con alimentazione alternativa. Molto estesi appaiono quindi i margini di miglioramento" ha spiegato Alessandro Torchio, Head of Consulting & Corporate Vehicle Observatory (CVO) di Arval Italia.
"Sembra mancare la consapevolezza di come un veicolo ad energia alternativa possa garantire prestazioni complessive uguali o superiori rispetto ad un'auto tradizionale - e ciò principalmente a causa delle carenze della rete infrastrutturale", ha aggiunto Torchio.
Le vetture più conosciute dagli intervistati appaiono nettamente le
ibride, a benzina (82%) od a gasolio (53%), con le elettriche plug-in prese al momento in considerazione solo da un operatore del settore su cinque. Inoltre, la quasi totalità (93%) dei fleet manager ritiene l'auto elettrica più consona ad un uso prettamente urbano, optando ancora per alimentazioni a gas (metano o GPL) sulle percorrenze più lunghe.