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Il petrolio torna a correre. Quotazioni ai massimi di due anni

A sostenere l'oro nero sono molteplici fattori, dalla attese per un prolungamento del taglio alla produzione alle ultime notizie in Arabia Saudita

Economia, Energia
Il petrolio torna a correre. Quotazioni ai massimi di due anni
(Teleborsa) - Non si arresta il rally del petrolio, che si conferma vicino ai massimi da luglio del 2015.

Questa mattina il West Texas Intermediate (WTI) viaggia in rialzo di 22 centesimi a 55,86 dollari al barile mentre il Brent avanza di 25 centesimi a 62,32 dollari al barile.

A sostenere le quotazioni dell'oro nero la riduzione delle scorte americane di greggio e la diminuzione dei pozzi attivi negli Stati Uniti, scesi da 737 a 729, come rilevato nel rapporto settimanale di Baker Hughes.

A dare linfa anche la possibilità che l'OPEC raggiunga un accordo con gli altri grandi Paesi produttori, Russia in testa, per estendere l'intesa sui tagli all'output oltre l'attuale scadenza fissata nel marzo 2018.

A tal proposito sarà importante la presentazione dell'OPEC World Oil Outlook a Vienna prevista per domani, 7 novembre, in vista del meeting dell'Organizzazione del prossimo 30 novembre.

A ridurre le prospettive sulla disponibilità di greggio sul mercato anche il calo delle esportazioni dal Nord dell'Iraq, legato agli scontri tra i curdi e le forze di Baghdad, e l'annuncio del Presidente venezuelano Nicolas Maduro di voler ristrutturare il debito pubblico nazionale, detenuto principalmente da Cina e Russia, che deve essere pagato in petrolio.

Di un certo impatto anche le ultime notizie giunte dall'Arabia Saudita. Nel fine settimana un'inchiesta anti-corruzione ha fatto finire in manette decine di esponenti di spicco dell'economia saudita, tra cui uomini d'affari, ministri e principi. Tra questi figura anche il principe al-Waleed bin Talal, tra gli uomini più ricchi del mondo che detiene partecipazioni nelle più grandi società al mondo, Apple e Citigroup incluse.

Il blitz arriva a pochi mesi dalla decisione di Re Salman di designare suo figlio Mohammed bin Salman come erede al Trono dell'Arabia Saudita.

Cultura internazionale, filo-statunitense, Mohammed bin Salman ha preso in mano l'economia del Paese con l'obiettivo di trasformarla radicalmente entro il 2030.

In particolare "Vision 2030", questo il nome del Piano di orientamento strategico presentato ad aprile del 2016 dal Principe, mira a privatizzare diverse strutture dell'Arabia Saudita - tra queste figura il colosso petrolifero Saudi Aramco, che dovrebbe andare in Borsa il prossimo anno diventando l'IPO più grande di sempre - e, soprattutto, a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio.
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