(Teleborsa) -
Il governo è "fiducioso" che Bruxelles riesca a comprendere
"
l'efficacia delle misure inserite in Manovra ai fini del consolidamento strutturale dello 0,3%" e ribadisce che
"non ci saranno passi indietro" sulle riforme strutturali.
Così il
Ministero dell'Economia ha commentato, con una nota, la sua reazione alla
lettera inviata da Bruxelles e firmata dal vice presidente della Commissione,
Valdis Dombrovskis, e dal Commissario agli affari economici e monetari,
Pierre Moscovici, in cui si paventa uno scostamento rispetto agli obiettivi ed un
rallentamento nell'iter delle riforme, in particolare quella sulle pensioni.
Un modo forse un po' formale per ribadire che
non ci sarà quest'anno una manovra "correttiva" come quella varata la scorsa primavera.
A proposito delle misure per le
pensioni, che fanno più discutere, il MEF ha chiarito che "gli
interventi proposti dal governo ai sindacati, che saranno recepiti in emendamenti al ddl di bilancio,
tutelano le categorie che svolgono attività particolarmente gravose
senza però mettere a rischio la sostenibilità del sistema".
"La lettera della Commissione europea sottolinea i grandi sforzi ed i risultati ottenuti" dall'Italia "in termini di riforme strutturali che stanno aiutando la crescita di lungo periodo", ha poi ribadito il ministro dell'Economia,
Pier Carlo Padoan, in una intervista al TG1.
Poi, il numero uno del dicastero di Viaa XX Settembre ha sottolineato che
in Europa "è il momento giusto per ripensare le regole in una cornice orientata alla stabilità e alla crescita".
Ed il nodo pensioni? Padoan ha affermato che "sono una cosa di sinistra" e che
far saltare il meccanismo di adeguamento automatico oggi in vigore "
avrebbe fatto saltare parametri che la Commissione europea ritiene fondamentali per il contenimento del debito". Poi, il ministro ha espresso
rammarico per l'accordo parziale sulle pensioni, raggiunto solo con due organizzazioni sindacali e non con tutte e tre.