(Teleborsa) -
La Federal Reserve sta ancora pensando ad un rialzo dei tassi a dicembre, anche se l'inflazione continua a deludere e preoccupare i banchieri statunitensi. E' quanto emerso dai
verbali dell'ultimo incontro del FOMC, il comitato di politica monetaria della banca centrale USA.
Nella riunione tenutasi fra il 31 ottobre ed il 1° novembre, i banchieri hanno confermato che un
rialzo dei tassi è "probabile" a dicembre, avallando la "quasi certezza" del mercato, che scommette al 91,5% su un
rialzo di 25 punti del costo del denaro all'1,25-1,5%.
Non è però l'aumento dei tassi a dicembre ad esser messo in
dubbio, quanto il
"path" (sentiero) di aumenti previsti nel 2018 (erano attesi almeno tre ritocchi).
Oltre all'inflazione c'è un altro fattore che preoccupa il FOMC: si tratta del
rischio che si creino "squilibri" di tipo finanziario. I banchieri hanno citato in proposito il
livello elevato dei prezzi degli asset (i ripetuti record raggiunti da Wall Street) e la volatilità bassa, esprimendo il "timore che un repentino cambio di rotta dei prezzi degli asset possa avere effetti dannosi per l'economia".
Per il resto, la Fed ha confermato le attese di una
solida crescita della spesa dei consumatori, costruita sul buon andamento del
mercato del lavoro.
A questi fattori positivi si contrappone
l'andamento debole dei prezzi, che preoccupa i banchieri, perché conferma che
l'aumento dei salari continua a non tramutarsi in un incremento delle pressioni inflazionistiche e questo fattore potrebbe anche non essere transitorio, come recentemente confermato dal Presidente uscente Janet Yellen.