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Battuta d'arresto del clima di fiducia. Federconsumatori: serve un piano per il lavoro

In allerta anche Confesercenti: speriamo che l'incertezza non incida sul Natale

Economia
Battuta d'arresto del clima di fiducia. Federconsumatori: serve un piano per il lavoro
(Teleborsa) - Preoccupa il dato diffuso oggi dall'Istat sulla fiducia di imprese e consumatori.

“Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in diminuzione seppur con intensità diverse” – afferma l’Istituto di statistica, sottolineando come “la sfera economica, relativa allo scenario italiano e quella futura, che misura le attese, registrano un calo più deciso.”

"E' fondamentale intervenire con decisione affrontando la vera e principale priorità del Paese: il Lavoro.", sostiene Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. L'accelerata dell’inflazione registrata negli ultimi mesi, unita alla mancata crescita dei redditi delle famiglie, accresce gli effetti negativi sull'andamento dell’economia.

Il primo passo in questa direzione è l’avvio di un piano strategico per il rilancio dell’occupazione, attraverso investimenti per la crescita e lo sviluppo, nonché attuando un taglio delle tasse sul lavoro.

Si tratta di una strategia fondamentale, se si vuole aprire una nuova fase improntata alla reale, stabile e duratura ripresa dei redditi delle famiglie ed al rilancio della domanda interna, necessario per sostenere la crescita e lo sviluppo della nostra economia.

Dello stesso parere Codacons, che ha lanciato un allarme sui consumi.

In allerta anche Confesercenti: speriamo che l'incertezza non incida sul Natale. I dati sul clima di fiducia di novembre diffusi oggi da Istat dipingono un quadro fatto più di ombre che di luci, con un improvviso, seppure non catastrofico, peggioramento del giudizio delle famiglie sia sulle condizioni attuali dell’economia che sull'andamento futuro. Un pessimismo su cui, a nostro avviso, pesa lo stallo della politica, particolarmente evidente questo novembre, e che ci auguriamo non incida sul Natale.

Il peggioramento dei giudizi delle famiglie sulla situazione del Paese, principale responsabile dello stop registrato nel mese, non trova infatti un riscontro preciso né nei dati macro della dinamica del prodotto interno lordo né nella fiducia delle imprese.
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