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Sostegno disabili, Ministro Fedeli continua ad aggirare il problema

E' questa la denuncia del sindacato della scuola Anief che non ci sta a dare la colpa ai docenti che tornano ad insegnare la loro disciplina

Economia, Politica, Scuola, Welfare
Sostegno disabili, Ministro Fedeli continua ad aggirare il problema
(Teleborsa) - Non sa più quali giustificazioni porre il Ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, per non dire che in Italia i problemi del sostegno agli alunni disabili sono legati ad una pessima organizzazione del sistema e a bassi motivi di risparmio pubblico: invece di dire come stanno le cose, nel corso di una interrogazione parlamentare, la titolare del Dicastero di Viale Trastevere è tornata a far intendere che la colpa dei 40mila posti vacanti è da associare sia alla mancanza di docenti specializzati, e per questo si aspetterebbero i 9.949 docenti che si stanno specializzando, sia alla scelta di tanti insegnanti entrati in ruolo su sostegno di spostarsi su disciplina appena la legge glielo consente, quindi dopo cinque anni. E' questa la denuncia del sindacato della scuola Anief

"Fare questo mestiere è faticosissimo e se un insegnante abilitato in una o più discipline decide di tornare a fare il docente curricolare non possiamo biasimarlo", tuona Marcello Pacifico Presidente Anief.

"La didattica speciale comporta energie particolari: pensare che si tratti di una furberia è un modo semplicistico di giudicare questi insegnanti, ma soprattutto la dice lunga sulla competenza in materia da parte del Ministero dell’Istruzione sul sostegno e i suoi problemi cronici. Anche i numeri del MIUR non tornano; siccome la matematica non è un’opinione è facile capire come stanno le cose: partendo da un dato certo, ovvero che le cattedre assegnate lo scorso anno sono state circa 140mila e che i docenti in organico di diritto si aggirano attorno alle 100mila unità, il calcolo è presto fatto ed i posti liberi non sono di certo solo 10mila. A dire il vero, dovrebbero essere anche di più di 40mila, visto l’alto numero di alunni che continua a non avere il proprio docente specializzato oppure a vedersi assegnate dagli Uffici scolastici meno ore settimanali rispetto a quelle sancite delle commissioni mediche statali di appartenenza. E per questo motivo noi continuiamo ad appellarci ai giudici", conclude Pacifico.





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