(Teleborsa) -
Le quotazioni del greggio si prendono una pausa dopo la fiammata di inizio anno sostenuta dalle
manifestazioni antigovernative in Iran e dai
tagli alla produzione decisi da OPEC e Russia.
In questo momento il
West Texas Intermediate (WTI) cede 10 centesimi a 60,32 dollari al barile mentre il
Brent arretra di 17 cent a 66,70 dollari al barile.
Da rilevare che l'oro nero
ha messo a segno il più robusto avvio di anno dal 2014 portandosi ai massimi di metà 2015 . E' infatti la
prima volta da gennaio del 2014 che Brent e WTI avviano l'anno sopra i 60 dollari al barile.
A dare linfa hanno concorso, oltre alla
recente decisione dell'OPEC e della Russia di estendere i tagli all'output, le proteste in Iran che, come noto, è uno dei maggiori esportatori di petrolio.
Di non poco conto anche i
segnali di rafforzamento dell'economia cinese, ultimo il
PMI manifatturiero che è salito inaspettatamente a dicembre.