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Record di crescita economica per l’Eurozona

Grazie a produzione manifatturiera e terziario

Economia, Macroeconomia
Record di crescita economica per l’Eurozona
(Teleborsa) - Lo slancio dell'economia dell'Eurozona di fine 2017 ha spinto ancora più in alto la crescita, spronata da un’espansione quasi record della produzione manifatturiera e dal più consistente incremento dell’attività del settore terziario in oltre sei anni e mezzo.



A dicembre, l’Indice PMI IHS Markit della Produzione Composita nell’Eurozona finale si è posizionato su 58,1 punti, in salita rispetto a 57,5 di novembre, registrando la più alta lettura da febbraio 2011. L'indice principale sta segnando valori in crescita da 54 mesi consecutivi ed il valore medio del quarto trimestre è stato il migliore dal primo trimestre 2011.

L'Irlanda (60,2 punti) è rimasta in cima alla classifica di crescita PMI di dicembre, registrando la più rapida accelerazione in 21 mesi. La Francia (59,6 punti) ha indicato un tasso di crescita della produzione simile al record di novembre, inserendosi in seconda posizione. I tassi di espansione della produzione sono aumentati toccando il record in Germania (80 mesi a 58,9 punti), Italia (otto mesi a 56,5 punti) e Spagna (tre mesi a 55,4 punti).

L’attività economica del settore terziario di dicembre ha indicato il più rapido rialzo in 80 mesi, sostenuto dal più accentuato incremento dei nuovi ordini in oltre un decennio. L'Indice PMI IHS Markit dell’attività economica si è posizionato su 56,6, in aumento rispetto a 56,2 di novembre e superando la recente stima flash di 56,5.

L'espansione della crescita è accelerata toccando vari record: in 24 mesi in Germania, in 5 mesi in Italia, in 2 mesi in Spagna e in 8 mesi in Irlanda, ma è rallentata leggermente in Francia, il cui tasso di espansione è stato tuttavia solo di poco inferiore al record in sei anni e mezzo di novembre.

"La pressione dei prezzi, malgrado non abbia registrato accelerazioni in quest’ultimo mese dell’anno, ha indicato un aumento record in più di sei anni con il consolidamento della domanda che alimenta il potere sui prezzi. Dall'esperienza passata - spiega Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit - il grado di superiorità della domanda rispetto all’offerta di molti beni e servizi suggerisce che le pressioni inflazionistiche potrebbero continuare ad aumentare nei prossimi mesi. Il grande interrogativo per il 2018 - aggiunge Williamson - è se l’alta disoccupazione e la riserva di capacità operative in molti paesi continuerà a frenare la crescita dei salari imponendo un tetto sull’inflazione dei prezzi al consumatore: segno questo che le molte ferite causate dalla crisi finanziaria globale e del debito sovrano nell’eurozona si stanno ancora rimarginando".
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