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Italia in ritardo nella diffusione delle tecnologie digitali

Il nostro Paese è caratterizzato da forti di differenze territoriali nelle abilità informatiche

Economia
Italia in ritardo nella diffusione delle tecnologie digitali
(Teleborsa) - Il ritardo complessivo dell’Italia nella diffusione delle tecnologie digitali si confermano anche per l’uso di Internet. Tra il 2008 e il 2017 la quota di utenti regolari (almeno una volta a settimana) nella popolazione europea tra 16 e 74 anni è aumentata dal 56 all’81%, con un ordinamento dei paesi non molto differente rispetto all'uso di computer. In Italia, si legge nel Rapporto 2018 sulla conoscenza dell'Istat, gli utenti regolari si fermano al 69% (erano però solo il 37% nel 2008): il ritardo italiano attraversa tutte le fasce d’età, compresa quella dei più giovani, ed è più marcato per la classe delle persone di 65-74 anni (al 27%), che sconta un minor livello d’istruzione: tra le persone di 65-74 anni laureate gli utenti regolari sono infatti il 73,7%, più che nell'intera popolazione.



D’altra parte, nel nostro paese quasi tutti gli utenti regolari lo sono su base quotidiana (categoria, questa, in cui il distacco con l’Ue è molto minore).

Una parte del divario nell'uso di Internet in Italia e altri paesi è stato colmato delle offerte dati nella telefonia mobile che, rendono universale la possibilità di accesso per chiunque sia dotato di uno smartphone, offrendo connessione in mobilità e diffondendo l’essere sempre online, soprattutto tra i giovani. Ciò ha contribuito – in tempo di crisi – a far declinare gli abbonati alla rete fissa, che nel nostro paese sconta anche un severo ritardo negli investimenti per la banda ultra-larga, attualmente in fase di recupero. La quota di individui che utilizza dispositivi sia fissi sia mobili per la connessione è, infatti, tra le più basse in Europa. L’uso di computer e internet rappresentano condizioni necessarie ma non sufficienti per sfruttare appieno le opportunità offerte dalle Ict nella società della conoscenza: sostanziali, a tal fine, sono le abilità personali e, insieme, gli usi che gli individui fanno delle tecnologie.

Gli utenti internet del nostro paese si concentrano in un numero relativamente ridotto di attività, perlopiù di carattere passivo e poco avanzato. Gli utenti italiani sono nella fascia bassa della graduatoria per l’invio di email, l’uso più diffuso in assoluto, e ultimi o nelle ultime posizioni per gli usi a carattere informativo (leggere giornali, documentarsi sulla salute, raccogliere informazioni su prodotti), i servizi bancari (40%), la creazione di contenuti o le vendite online. Sopra la media sono invece la visione di video condivisi da altri utenti e la partecipazione civica o politica.

Il nostro Paese è caratterizzato da forti di differenze territoriali nelle abilità informatiche: l’uso avanzato di software di testo va dal 35% nel Centro-nord al 25 nel Mezzogiorno. Nelle attività svolte sul web le distanze sono minime per la fruizione di video o l’uso dei social network, ma più rilevanti in comportamenti proattivi quali il caricamento di contenuti o la ricerca di informazioni sulle wiki, soprattutto nella fascia tra 16 e 24 anni.

(Foto: Fabio Lanari CC BY-SA 1.0)
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