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Welfare aziendale, Rossella Leidi (UBI) spiega perché è "strategico" per imprese e comunità

Economia, Sostenibilità, Welfare
Welfare aziendale, Rossella Leidi (UBI) spiega perché è "strategico" per imprese e comunità
(Teleborsa) - UBI Banca e ADAPT hanno presentato stamattina a Milano Welfare for people”, il primo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia promosso dalla Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, fondata da Marco Biagi, e dall’Osservatorio UBI Welfare di UBI Banca. I risultati della ricerca sono stati illustrati dal Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca, Letizia Moratti e dal Coordinatore Scientifico della Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, Michele Tiraboschi.

Nel corso dell'evento abbiamo intervistato Rossella Leidi, vice direttore generale UBI Banca, cui abbiamo chiesto perché una banca come UBI ha scelto di investire nel welfare aziendale.


"Abbiamo deciso di investire nel welfare aziendale perché abbiamo trovato in questo ambito degli elementi sicuramente molto coerenti con il nostro modo di fare banca e con la nostra visione", ha risposto la manager, che ricopre anche la carica di Chief Wealth and Welfare Officer in UBI Banca.

Elementi di coerenza che si sviluppano sotto tre profili, ha spiegato la Leidi, precisando che "il primo è il desiderio di poter offrire un supporto, un'attenzione rispetto a bisogni sociali che stanno sempre più emergendo e che sono sostanzialmente correlati con l'arretramento del welfare pubblico e con la necessità di sviluppare un welfare sussidiario in ambito privato".

"Il secondo asse è quello di riconoscere nell'ambito del welfare sicuramente un elemento strategico per lo sviluppo dell'azienda e per l'evoluzione delle relazioni industriali, soprattutto in un momento di grande cambiamento come è quello che stiamo vivendo oggi e che possiamo appunto rappresentare come industria 4.0", ha proseguito.

"E poi c'è l'aspetto territoriale", ha aggiunto la Leidi, ricordando "noi siamo sempre stati storicamente caratterizzati da una grande vicinanza e un grande sostegno ai territorio e alle comunità di radicamento". "Questo è per noi di nuovo un modo per esprimere una grande vicinanza e la possibilità di essere energia positiva per i territori", ha affermato, spiegando che l'obiettivo è fornire e realizzare servizi a favore delle persone che abitano sul territorio e quindi "generare dei circoli virtuosi" sia nell'ottica di fruibilità del servizio sia nell'intento di "costruire e valorizzare nei territori una cultura e la disponibilità di servizi di welfare".

Industria 4.0 è quindi anche un nuovo modo di concepire il lavoro, abbiamo chiesto se gli strumenti di welfare possono ulteriormente favorire l'innovazione in azienda.

"A nostro avviso sì, sono parte integrante del processo di innovazione", ha affermato la manager di UBI, precisando che "progettare in modo nuovo il lavoro significa anche introdurre delle componenti di flessibilità, introdurre delle innovazioni organizzative che possano rispondere, da un lato, al nuovo assetto e alle nuove esigenze aziendali, dall'altro ad un miglior bilanciamento fra le esigenze di vita e di lavoro delle persone".

"Quindi, cogliere nell'ambito del processo di cambiamento l'opportunità di migliorare il benessere dei dipendenti, trovando appunto soluzioni originali che emergano proprio dallo studio dei bisogni dei dipendenti stessi credo abbia un grande senso", ha concluso.

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