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Istat, Banche venete e MPS pesano per 6,3 miliardi di euro sul deficit

L'Istat diffonde nuovi dati rivisti a seguito della contabilizzazione degli effetti della liquidazione delle Banche venete. Rivisto al rialzo il deficit/PIL nel 2017 al 2,3%

Economia, Macroeconomia
Istat, Banche venete e MPS pesano per 6,3 miliardi di euro sul deficit
(Teleborsa) - Rivisto al rialzo il rapporto deficit/PIL nel 2017, al 2,3% dall'1,9% indicato a marzo, in miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Nel quarto trimestre del 2017 l'indebitamento netto delle AP in rapporto al PIL è stato pari all'1,6% (1,9% nello stesso trimestre del 2016). Lo rileva l'Istat, spiegando che rispetto al comunicato del 1° marzo, il conto presenta importanti revisioni per il 2017 dovute all'inclusione di nuove informazioni disponibili dopo la chiusura delle prime stime. D’intesa con Eurostat, è stata rivista da circa 1,1 a circa 1,6 miliardi la quantificazione dell’impatto delle operazioni di ricapitalizzazione relative a Monte dei Paschi di Siena. Seconda importante modifica riguarda le “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.”, per una contabilizzazione che corrisponde a un trasferimento in conto capitale di 4.756 milioni. Complessivamente, le operazioni riguardanti le banche in difficoltà impattano, quindi, per circa 6,3 miliardi sull'indebitamento del 2017.



Rivisto al rialzo anche il debito/PIL 2017, a 131,8% da 131,5%. Il valore risulta comunque in calo rispetto al 2016, quando era pari al 132,0%.

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un'incidenza sul PIL del 2,2% (2,1% nel quarto trimestre del 2016).

Pressione fiscale al 48,8%, in riduzione dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all'8,2%, in aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

A fronte di una variazione dello 0,4% del deflatore implicito dei consumi, il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto allo scorso trimestre dello 0,2%.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 41,5%, è diminuita di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento, pari al 22,0%, è aumentato di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre passato.


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