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Nucleare, Frascati scelta per ospitare il centro di ricerca sulla fusione DTT di Enea

Presidente Testa: "Oggi è l’Italia che vince. Al via fase operativa". Lavori dureranno 7 anni a partire da novembre 2018

Economia, Scienza e tecnologia
Nucleare, Frascati scelta per ospitare il centro di ricerca sulla fusione DTT di Enea
(Teleborsa) - Frascati è la località più adatta alla ricerca sul nucleare.



Erano almeno 9 le località che si erano candidate
per ospitare il centro di ricerca all'avanguardia sulla fusione nucleare di ENEA, noto come DTT o Divertor Tokamak Test facility, ma fra le tante pretendenti Frascati si è piazzata al primo posto, davanti a Genova, che era considerata una delle più probabili.

Una grande conquista per il Lazio ed il Centro Italia, anche perché l'impianto porterà grandissimi benefici in termini di posti di lavoro.

L'approvazione arriva dal Consiglio di Amministrazione di ENEA che ha dato il via libera alla relazione conclusiva con la graduatoria finale delle nove località candidate. Sulla base dei requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti, il punteggio più elevato è stato assegnato appunto al sito di Frascati (Roma), seguito da Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara).

"Dai sopralluoghi effettuati nei 60 giorni di istruttoria e dall'esame della documentazione ricevuta, sono emerse indicazioni fattuali per valutare l'idoneità dei siti; a ogni requisito è stato associato uno specifico punteggio per elaborare la graduatoria", ha spiegato il presidente della Commissione di alto livello Alessandro Ortis, ex Presidente dell’Autorità per l'Energia.

"Oggi è l’Italia che vince. Perché investe sulla conoscenza e sull’energia sostenibile con un progetto che garantisce prospettive scientifiche e occupazionali positive per tutti e, in particolare, per i giovani", ha affermato il Presidente di ENEA, Federico Testa, aggiungendo "adesso si apre la fase dell’avvio operativo che richiederà il massimo impegno per garantire il rispetto della tempistica e degli adempimenti previsti, a cominciare dalla firma di un accordo con la Regione".

L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre 2018, con la previsione di concluderli in sette anni.

Grandi benefici occupazionali: saranno coinvolte nel progetto oltre 1500 persone di cui 500 direttamente e altre 1000 nell'indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro. I finanziamenti, come noto, sono sia pubblici che privati e vedono la partecipazione, fra gli altri, di Eurofusion, il consorzio europeo che gestisce le attività di ricerca sulla fusione (60 milioni di euro) per conto della Commissione Europea, il Ministero Istruzione Università e Ricerca - MIUR (con 40 milioni), il Ministero dello Sviluppo Economico - MISE (40 milioni impegnati a partire dal 2019), la Repubblica Popolare Cinese con 30 milioni, la Regione Lazio (25 milioni), l'ENEA e i partner con 50 milioni cui si aggiunge un prestito Banca Europea per gli Investimenti (BEI) da 250 milioni di euro.



La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

La DTT nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcune problematiche particolarmente complesse del processo di fusione (come la gestione di temperature elevatissime). Si pone come "anello" di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER e DEMO.

La DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).

Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero.
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