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Benoit Coeurè interviene sulla guerra dei dazi

L'esponente del Comitato esecutivo della BCE mette in guardia sui punti di PIL che si potrebbero perdere sia negli States, sia in Europa, sia nel commercio globale

Economia
Benoit Coeurè interviene sulla guerra dei dazi
(Teleborsa) - Rottamare l'apertura dei mercati rappresenta "la risposta sbagliata. Una retromarcia alimenterebbe unicamente più disuguaglianze, facendo crescere i prezzi alle importazioni, rendendo i beni più cari e facendo diminuire i redditi reali". Lo ha dichiarato Benoit Coeurè, esponente del Comitato esecutivo della BCE durante il suo intervento al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio.

Coeurè interviene così sul dibattito dei dazi che è diventata una vera e propria guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

In uno scenario di guerra commerciale sui dazi gli Stati Uniti rischierebbero di perdere fino a 2,5 punti percentuali di attività economica solo nel primo anno.

"Secondo le nostre simulazioni uno scenario simile avrebbe effetti aversi significativi sull'economia globale. Secondo le stime dei tecnici della BCE il commercio globale di beni potrebbe calare fino al 3% già nel primo anno e il PIL globale dell'1%. Anche il PIL dell'area euro subirebbe una ricaduta - ha concluso Coeurè - ma inferiore a quella degli Stati Uniti".

"Gli effetti distributivi e sociali della maggiore integrazione economica andrebbero piuttosto gestiti con politiche mirate", ha continuato il membro dell' Eurotower. "Questo richiede un forte quadro politico e istituzionale, che in Europa è assicurato al meglio dall'Unione Europea".

Secondo Coeurè, infatti, l'UE consente agli Stati membri di gestire alcune funzioni che vengono "erose" dalla globalizzazione. "Assicura benefici al maggior numero possibili di cittadini dalla globalizzazione, proteggendoli al contempo dalle forze globali. Si tratta del modello più avanzato di cui disponiamo per riprendere il controllo sulla globalizzazione".


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