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Scuola dell’infanzia, il potenziamento non basta: un maestro ogni 17 istituti

In Calabria uno ogni 26

Economia, Scuola, Welfare
Scuola dell’infanzia, il potenziamento non basta: un maestro ogni 17 istituti
(Teleborsa) - Deludente il piano di potenziamento dei docenti della scuola dell’infanzia, con il numero che si è via via ridotto, sino a diventare appena 800 su scala nazionale.

Al Piemonte verranno assegnati solo 59 maestri “potenziatori” a fronte di 1.092 scuole dell’infanzia, con un solo docente ogni 19 istituti (media analoga all’Abruzzo). Va ancora peggio all'Umbria, dove in tutta la regione arriveranno solo 15 maestri su 311 scuole, pari ad uno ogni 21 istituti; stessa media per il Friuli-Venezia Giulia che si dovrà dividere 14 nuovi maestri su 300 istituti. Ancora più penalizzate sono la Sardegna, dove le 492 scuole d’infanzia si dovranno accontentare di 22 potenziatori, e la Basilicata (10 posti su 217 scuole) che si spartiranno un maestro ogni 22 istituti. Il record negativo spetta però al Molise, dove sono stati conferiti solamente 5 insegnanti su 123 istituti scolastici (ovvero un docente ogni 25 scuole), e alla Calabria, dove le istituzioni scolastiche sono 835 e i maestri in arrivo si fermano a quota 34, cioè uno ogni 25/26 istituti.

“Eppure – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la scuola dell’infanzia, assieme a quella primaria, è quella che annovera ancora un altissimo numero di docenti precari inseriti sia nelle GaE sia nelle graduatorie di merito derivanti dagli ultimi concorsi a cattedra. Mai come in questo caso, sarebbe bastato far sposare l’esigenza didattica, considerando la necessità pratica di inserire nuovi maestri nelle scuole dell’infanzia, con la necessità di svuotare quelle graduatorie. Tra l’altro, il dislivello maggiore si registra nelle regioni del Sud, dove invece ci sarebbe stato più bisogno. Si sarebbe così voltato pagina, per poi concentrarsi davvero su una rinnovata fase di reclutamento. Invece, siamo punto e daccapo: è la conferma – conclude – che i decreti attuativi della riforma 0-6 anni hanno a dir poco deluso le aspettative”.




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