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ENEA, giornata di studio sui terremoti: imparare dal passato per innovare

La giornata è stata aperta dal Presidente di ENEA, Federico Testa. Convenuti esperti, studiosi del CNR e INGV per fare il punto sulle "tecniche" del passato e sullo stato dell'arte attuale (innovazioni e dispositivi in uso)

Ambiente, Economia
ENEA, giornata di studio sui terremoti: imparare dal passato per innovare
(Teleborsa) - "Lezioni dal passato: le tecniche di protezione sismica nella storia delle costruzioni". Questo il tema dell'evento dedicato ai terremoti organizzato dall'ENEA a Roma, presso la sede della stessa agenzia, che si occupa della ricerca su nuove tecnologie, energia, ambiente e sostenibilità, in collaborazione con CNR, INGV e UNIMOL.

L’ENEA è impegnata da anni nello sviluppo e nell'applicazione al patrimonio storico di sistemi antisismici innovativi, di cui ci ha parlato l'esperto e ricercatore di ENEA, Paolo Clemente, spiegando ai "non addetti ai lavoro" come agiscono i dispositivi a isolamento sismico e dissipazione energetica brevettati dall'agenzia.


In questa giornata di studio si è partiti dal passato, analizzando i sistemi di protezione sismica utilizzati nell’antichità e la loro evoluzione nei secoli, per poi arrivare alle attuali tecniche di costruzione, strumento indispensabile per "traghettare" nel futuro il nostro prezioso patrimonio culturale. E’ vero, infatti, che ancora oggi possiamo ammirare tanti monumenti e siti costruiti nel passato con materiali, che pur non avendo caratteristiche paragonabili a quelle attuali, hanno resistito a secoli di terremoti e altri eventi naturali, a dimostrazione di un livello di sapere tecnico eccellente che ancora regge il confronto con quello attuale.

A proposito dell'importanza di salvaguardare il nostro patrimonio stico-culturale ha parlato il Presidente di ENEA, Federico Testa, affermando che non solo servono ricerca, tecnologie ed interventi, ma bisogna anche coniugare l'esigenza di salvaguardare il patrimonio con i risparmi prodotti da interventi di efficientamento energetico. Qui può essere trovato l'imput ad agire e la convenienza "economica" a fare interventi antisismici.

La giornata ha annoverato la presenza di varie figure professionali tra cui archeologi, storici, conservatori, architetti, ingegneri, geologi e chimici. Fra gli ospiti anche Carlo Doglioni, Presidnete dell'INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ci ha parlato della ricerca quale fattori chiave per un Paese ad alto rischio come l'Italia.

LO STATO DELL'ARTE...

Oggi abbiamo a disposizione tecnologie avanzate per la protezione sismica di edifici. uNO DI QURESTI è l’isolamento sismico alla base, che consiste nell’inserire tra la struttura in elevazione (EDIFICIO) e la sua fondazione (che resta ancorata al suolo), gli isolatori sismici. Questi sono dei dispositivi molto deformabili in direzione orizzontale, tali da filtrare l’azione sismica e attutirla notevolmente: alla sovrastruttura arriva un’azione ridotta anche al 20% rispetto a quella che si avrebbe in un edificio a base fissa. Il risultato è ovvio: l’edificio isolato può sopportare una tale azione sismica senza danneggiarsi, garantendo l’operatività anche in occasione di terremoti violenti e, inoltre, non necessiterà di interventi di riparazione.


Idea nuova e geniale? Forse è geniale, ma certamente non nuova, perché questa tecnica era già nota nell'antichità. Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia descrive il tempio di Diana a Efeso, poggiante su uno strato di argilla mista a carbone e cenere, che ne consentiva movimenti orizzontali rispetto al suolo. La stessa tecnica era stata applicata in numerosi templi greci ed anche nelle colonie greche del mar Nero e nella Magna Grecia: i templi di Paestum poggiano su un sottile strato di sabbia che separa la fondazione dal suolo. Esempi simili sono anche in America Latina, dove strutture complesse, fondate con tale tecnica, hanno resistito a forti terremoti nei secoli.

Oggi utilizziamo tecniche ingegnerizzate, che consentono delle valutazioni matematiche molto accurate e, quindi, una progettazione affidabile. L’isolamento sismico si applica a edifici di nuova realizzazione ma anche a edifici esistenti. Per questi è stata messa a punto una tecnica innovativa da ENEA e Politecnico di Torino, che consente di isolare sismicamente un edificio al di sotto delle sue fondazioni, quindi senza toccarlo, caratteristica particolarmente importante per gli edifici di interesse storico e artistico.

L’isolamento sismico alla base è soltanto un esempio, forse quello più interessante in questo momento, di come la conoscenza delle tecniche antiche possa essere di grande aiuto ancora oggi. Ma esistono molti altri esempi di questo tipo, che sono state presentate nel corso dei lavori stamattina.



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