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Italia consolida crescita ma è il secondo paese più vecchio al mondo

Paese in crescita per il "rapporto annuale" ISTAT. In controtendenza il Sud Italia. Prosegue declino demografico: Italia secondo paese più vecchio al mondo

Economia, Macroeconomia
Italia consolida crescita ma è il secondo paese più vecchio al mondo
(Teleborsa) - Il presidente dell'ISTAT Giorgio Alleva ha presentato oggi 16 maggio, presso Palazzo Montecitorio, il consueto "Rapporto annuale sulla situazione del Paese". Oggetto del rapporto una panoramica completa del nostro Paese per l'anno 2017, dalla crescita sostenuta dalla ripresa degli investimenti alle modifiche intervenute in un mercato del lavoro profondamente mutato negli ultimi 10 anni. Un occhio anche alle tendenze demografiche, con il Sud Italia che si spopola, e al saldo positivo con l'immigrazione che contrasta la tendenza consolidata della diminuzione delle nascite.

L'ECONOMIA ITALIANA

Segnalata in ripresa l'economia del nostro Paese, con una crescita consolidata nel 2017 grazie al PIL in aumento dell'1,5% (+0,9% nel 2016). Risalgono anche i consumi delle famiglie aumentando dell'1,4%. Sul fronte estero l'Italia beneficia della ripresa del commercio internazionale, con il volume delle esportazioni cresciuto del 5,4% e quello delle importazioni su del 5,3%, per un avanzo commerciale di 47,5 miliardi. La ripresa ha interessato tutti i settori produttivi ad eccezione dell'agricoltura, con la produzione industriale in aumento del 3,6%. Fa da traino il settore servizi che aumenta del 4,5%. Torna a sorridere anche il settore delle costruzione, che mette a segno un +0,8%, tornando per la prima volta in crescita dal 2008. L'inflazione registra una variazione positiva dell'1,3% dopo tre anni di stagnazione, mentre l'indebitamento netto scende sotto i 40 miliardi.

LAVORO

Cresce ancora per il quarto anno consecutivo il tasso di occupazione in Italia, attestato al 58%, ancora lontano dalla media europea (67,6%). Il numero di occupati risulta in aumento dell'1,2%, 265 mila in più dal 2016. L'incremento riguarda maggiormente la componente femminile (+1,6%), ma il tasso di occupazione tra le donne al 48,9% resta il secondo più basso in Europa, dove la media è del 62,4%. Da segnalare l'aumento della componente giovanile (15-34 anni) che sale dello 0,9%, attestandosi il tasso di occupazione al 40,6%. Diminuisce il numero dei disoccupati del 3,5% (-105 mila), con il tasso che scende all'11,2% dall'11,7% dal 2016. Confermata invece la tendenza degli ultimi anni che vede la scomparsa dei lavoratori autonomi con conseguente aumento di quelli subordinati. Egualmente entrano all'interno del mercato del lavoro tante donne (404 mila) quanti uomini ne fuoriescono (471 mila).

LA POPOLAZIONE

Confermato il declino demografico che ha colpito l'Italia negli ultimi tre anni, con un calo della popolazione di circa 100 mila persone per un ammontare complessivo di 60,5 milioni di abitanti. Ancora un incremento per la popolazione straniera, con 18 mila persone in più per un totale di 5,6 milioni (pari all'8,4% degli abitanti). Per il nono anno consecutivo diminuiscono (del 2%) le nascite, stimate a un totale di 464 mila. Il saldo migratorio rimane positivo come da oltre vent'anni. Le immigrazioni dall'estero vengono stimate nell'anno passato a 184 mila unità, riducendosi dai 527 mila iscritti in anagrafe nel 2007 ai 337 mila stimati nel 2017. Le emigrazioni per l'estero invece sono triplicate, passando da 51 mila a 153 mila.

IL MEZZOGIORNO

Continua a spopolarsi il Mezzogiorno: tra il 2012 e il 2016 diminuiscono le migrazione verso il Centro-nord (da 132 a 108 mila unità) ma aumentano quelle verso l'estero (da 25 a 42 mila persone). Sud Italia indietro anche per ciò che riguarda il mercato del lavoro, con un saldo occupazionale negativo e 310 mila lavoratori in meno dal 2008. In controtendenza rispetto al resto della nazione anche il dato sulla povertà assoluta (6,9% dal 6,3% nel 2016), vista in aumento nelle regioni meridionali a fonte della diminuzione al Centro-nord.



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